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Manuale di fototrappolaggio naturalistico: come è fatto un sistema di fototrappolaggio in alta qualità

 

 

Solitamente un sistema per il fototrappolaggio in alta qualità è composto da diversi elementi che lavorano insieme: la fotocamera, il sensore, i flash, i box protettivi. Analizziamoli in dettaglio:

 

I sensori di movimento per il fototrappolaggio in alta qualità

Il sensore è ovviamente il cuore di un sistema di fototrappolaggio, esso permette infatti di far scattare la fotocamera in autonomia quando viene identificato un soggetto che passa nel campo d’azione del sensore. Si possono utilizzare diversi tipi di sensori ma il più diffuso e il più utile è sicuramente il sensore PIR (a Infrarosso passivo) grazie al suo basso consumo energetico e al suo ampio campo d’azione.

Il PIR va collegato alla fotocamera attraverso la porta solitamente usata per il telecomando; se una fotocamera non è dotata di porta per il telecomando difficilmente può essere trasformata in una fototrappola; per fortuna la porta telecomando è presente in tutte le Reflex.

Un sensore PIR commerciale e ricco di funzioni è il Pluto Trigger.

  

 

Porta per telecomando Canon a 3 pin

 

Le istruzioni per costruire in casa un sensore PIR sono descritte nel manuale avanzato di fototrappolaggio

 

 

Altri tipi di sensori:

-Meccanici o a vibrazione: hanno il vantaggio di non consumare energia, non hanno infatti delle batterie ma funzionano in modo “meccanico”. Sono però sensori molto puntiformi cioè agiscono solo su spazi molto piccoli e questo potrebbe essere un vantaggio alcune volte (per esempio su un posatoio); inoltre non sono soggetti a partenze ripetitive come spesso accade con i sensori PIR. Possono però essere usati solo in poche condizioni, ad esempio un passaggio stretto o un posatoio.

-Motion Detection: sono sconsigliati perché assorbono moltissima energia, vengono utilizzati per brevi sessioni temporanee di poche ore.

-Infrarosso Attivo: nel fototrappolaggio classico si usano pochissimo, assorbono energia quindi non garantiscono lunghe autonomie e sono molto puntiformi nel raggio d’azione; sono più utilizzati nella fotografia High-Speed, che vedremo nel capitolo successivo.

 

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Fotocamere e obiettivi per il fototrappolaggio in alta qualità

Per il fototrappolaggio di alta qualità tipicamente vengono usate le fotocamere Reflex. Ultimamente si stanno diffondendo molto anche le Mirrorless ma attualmente non ho avuto ancora modo di testarle nel campo del fototrappolaggio e quindi non posso fornire informazioni sul loro utilizzo anche se, almeno in teoria, questa fotocamere potrebbero fornire un grande vantaggio rispetto alle Reflex, cioè la silenziosità; non avendo parti meccaniche come otturatore e specchio infatti, le Mirrorless sono in grado di scattare in modo totalmente silenzioso e quando si lavora con obiettivi grandangolari come quelli utilizzati nel fototrappolaggio e quindi con animali molto vicini, avere uno scatto totalmente silenzioso è un enorme vantaggio. Dal lato opposto credo che le Mirrorless abbiano un consumo energetico superiore.

Le Reflex, come dicevamo, sono le fotocamere più utilizzate per il fototrappolaggio. I brand più usati sono Canon e Nikon, perché sono sicuramente i più comuni e diffusi e la comunicazione nelle loro porte per i telecomandi remoti è piuttosto semplice, dunque risulta facile collegare dei sensori di movimento, sia commerciali che fatti in casa.

Fotocamere bridge e compatte sono raramente usate, non sempre hanno una porta telecomando sfruttabile per collegarle a sensori e soprattutto, avendo uno zoom integrato, possono presentare dei problemi a causa del rumore provocato dallo zoom ad ogni accensione e una maggiore lentezza operativa, senza considerare il fatto che i loro sensori non hanno la stessa qualità delle Reflex.

Ovviamente alla Reflex sarà da collegare un obiettivo: come si è già detto per il fototrappolaggio si usano obiettivi corti, dal grandangolo fino a massimo 50 mm, solo più raramente e in casi molto particolari si può arrivare a lunghezze focali maggiori (100-200 mm). In genere un buon compromesso è rappresentato da lunghezze focali dai 24 ai 35 mm (sia su full-frame che corrispondenti su sensori Aps-c o DX); lunghezze focali maggiori rendono più difficile l’inquadratura e sono quasi inutili perché col fototrappolaggio è molto facile fotografare animali a breve distanza dalla fototrappola; lunghezze focali inferiori e dunque con angoli di campo più ampi, per es 15 mm fino al Fish-eye sono più difficili da gestire, richiedono una vicinanza molto maggiore del soggetto alla fototrappola (con rischio che si spaventi maggiormente per il rumore dello scatto) e l’illuminazione flash con angoli di campo così ampi è più complicata. Come dicevamo in rari casi può essere utile usare lunghezze focali maggiori (50, 70, 100 mm o più) per esempio quando si lavora con animali molto sospettosi e si vuole mantenere una certa distanza tra la fotocamera e il soggetto per ridurre al minimo il disturbo dovuto al rumore dello scatto oppure quando si vuole avere uno sfocato particolare o uniforme (in questo caso più si aumenta la lunghezza focale e più uniforme sarà lo sfocato) o, infine, quando il punto di passaggio o di presenza del soggetto è troppo lontano rispetto al punto dove può essere fissata la fototrappola.

Qualità degli obiettivi:  non è necessario usare obiettivi particolarmente costosi o di altissima qualità; come vedremo successivamente è sempre importante chiudere il diaframma per massimizzare la profondità di campo, obiettivi superluminosi sono quindi inutili. Inoltre, utilizzando nella maggior parte dei casi delle Reflex “economiche”, come vedremo successivamente, è inutile montare obiettivi di qualità, si creerebbe altrimenti un collo di bottiglia. Già i classici obiettivi zoom da 18-55 mm (di plastica, infatti sono amichevolmente chiamati “plasticotti”) spesso venduti come obiettivi in kit con le Reflex hanno una qualità più che sufficiente per il fototrappolaggio. Altra alternativa è quella di comprare nel mercato di seconda mano dei vecchi obiettivi non più in produzione o anche “vintage”; questi costano poco, hanno qualità più che sufficiente e non importa se non sono stabilizzati e non sono autofocus per il fototrappolaggio (perché si lavora sempre in fuoco manuale).

 

Quali modelli di Reflex?

Nella maggioranza dei casi si usano reflex non molto costose, poiché i pericoli nel fototrappolaggio remoto sono sempre dietro l’angolo (furti e fattori climatici che possono rovinare le fotocamere in breve tempo); si utilizzano dunque le vecchie reflex che si hanno in casa inutilizzate oppure acquistandole nel mercato di seconda mano. Se si punta su modelli Entry-Level di seconda mano, con 150-250 euro ci si porta a casa una reflex con buone prestazioni, spesso con obiettivo 18-55 mm incluso.

L’unica differenza tra un modello di alta qualità e uno economico è solo sul sensore, tutte le altre “prestazioni” come l’autofocus, la tenuta agli altissimi iso, la super raffica etc. nel fototrappolaggio praticamente non servono. Ciò che quindi può fare la differenza tra una Reflex di alta qualità ed una vecchia Entry Level è una tenuta iso leggermente superiore (utile per i cieli stellati) e più megapixel nel sensore, altrimenti, per tutto il resto, un modello economico è più che sufficiente per ottenere foto di elevata qualità.

 

Le tecniche dettagliate, le attrezzature, i trucchi e i segreti del fototrappolaggio sono approfonditi nel manuale avanzato di fototrappolaggio

 

 

Accessori:

La reflex dovrà essere corredata di una scheda di memoria piuttosto capiente, che consenta di memorizzare almeno 500 foto; i sistemi di fototrappolaggio ben organizzati per una lunga autonomia, infatti, posso produrre alcune centinaia di foto tra un controllo e l’altro, non per forza tutte foto di animali, spesso possono essere foto ripetitive causate dal sensore PIR e dal vento/sole ma se la scheda si riempisse subito non potrebbe più memorizzare altre foto anche se la fotocamera ha ancora energia. Se si scarica la scheda di memoria sul campo, usando un pc portatile o uno Smartphone o un Tablet non è necessario comprare una seconda scheda di memoria altrimenti bisognerà avere due schede, così da sostituire la scheda piena con quella vuota quando si va a controllare il sistema.

Altro accessorio fondamentale è l’acquisto di una seconda batteria così da avere sempre una batteria carica da sostituire quando si controlla la fototrappola sul campo.

Molto utile, anche se non necessario, è il Battery Grip da aggiungere alla fotocamera; in questo modo è possibile raddoppiare l’autonomia della Reflex. Ovviamente se si usa il Battery Grip (che contiene al suo interno due batterie della fotocamera) sarà necessario avere altre due batterie di riserva da sostituire con quelle scariche.

 

Flash per il fototrappolaggio in alta qualità 

Poiché una fototrappola fotograferà principalmente animali notturni, l’uso del flash sarà fondamentale. Molte fotocamere Reflex sono già dotate di un flash integrato, che produce sufficiente luce per il fototrappolaggio, poichè le distanze di scatto saranno quasi sempre molto brevi, entro pochi metri. Il problema del flash integrato è che esso produce una luce piatta e soprattutto, con gli animali notturni, trovandosi sullo stesso asse dell’obiettivo, produrrà un fastidioso riflesso sugli occhi (a causa del “tapetum lucidum” presente nella retina degli animali notturni). Se si vogliono ottenere scatti di un certo livello sarà dunque necessario usare uno o più flash esterni.

 

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Quali modelli di flash scegliere

Si opera generalmente su brevi distanze e non è necessario congelare movimenti velocissimi, dunque non è per forza necessario usare flash particolarmente potenti (cioè con elevato numero guida).  Il parametro più importante per scegliere un buon flash per il fototrappolaggio è lo standby; come si è già detto infatti un buon sistema di fototrappolaggio remoto lavora sempre in standby per poter massimizzare l’autonomia.

Il flash è l’elemento, in un sistema di fototrappolaggio remoto, che consuma di più, creando quindi un collo di bottiglia nell’autonomia. L’origine del problema è il condensatore di cui sono dotati i flash a incandescenza a uso fotografico; il condensatore serve per consentire al flash di sviluppare un lampo di luce molto potente e di brevissima durata, per fare questo il condensatore assorbe e accumula l’energia dalle batterie stilo del flash sviluppando una potenza finale elevatissima ma consumando rapidamente le batterie! Il condensatore infatti assorbe continuamente energia dalle batterie perché non riesce a trattenerla in modo efficace (producendo quel “sibilo” che spesso si sente sui flash anche quando non si sta scattando); ecco perché anche un buon flash, con 4 pile stilo di ottima qualità, se lasciato sempre attivo, durerà più o meno una notte (dalle 8 alle 12 ore) anche scattando pochissime foto. Come si può facilmente intuire una tale autonomia non è sufficiente per il fototrappolaggio remoto; un tale sistema si potrebbe utilizzare solo per sessioni da 24 ore ma il bello e il vantaggio del fototrappolaggio remoto è invece proprio la permanenza sul campo per giorni e giorni al fine di catturare scatti di specie a bassa frequenza.  Come si risolve dunque il problema dell’autonomia del flash? Esattamente come per la fotocamera, cioè sfruttando lo standby. Quando il sensore invierà l’impulso di scatto alla fotocamera, al passaggio di un animale, questo impulso risveglierà la fotocamera stessa dallo standby e la fotocamera a sua volta risveglierà il o i flash dallo standby (se il tipo di collegamento dei flash supporta questa funzione, come vedremo dopo).

Mentre la fotocamera può impiegare un po’ di tempo a risvegliarsi dallo standby quando riceve l’impulso dal sensore, questo non vale per il flash, che invece è molto più veloce nel riaccendersi e uscire dallo standby; il problema dello standby del flash è dovuto, invece, al fatto che il condensatore, soprattutto dopo tante ore di standby si è scaricato e dunque probabilmente il primo scatto verrà “al buio” perché il flash non sarà in grado di produrre un lampo. Per questo è molto utile utilizzare flash di qualità che abbiano tempi di riciclo (cioè di ricarica del condensatore) molto veloci così da garantire una ricarica molto veloce e poter avere una foto perfettamente illuminata negli scatti successivi.

Volete conoscere i trucchi migliori per aumentare l'autonomia dei flash nel fototrappolaggio in alta qualità? Li trovate nel manuale avanzato di fototrappolaggio

 

 

Non tutti flash disponibili sul mercato, però, hanno sistemi di standby adatti al fototrappolaggio; flash molto economici (sulla fascia delle 15-40 euro nuovi) addirittura non hanno neanche lo standby. Ho testato numerosissimi modelli di flash “economici” oggi facilmente reperibili su siti come Amazon, ma li ho esclusi quasi tutti perché: a) alcuni modelli non hanno abbastanza autonomia (modelli con solo 2 stilo, dunque a 3V) o hanno condensatori di bassa qualità che “mangiano” le batterie in poche ore b) alcuni altri modelli non hanno lo standby c) quei pochi modelli con standby (come gli  Yongnuo) non sono utilizzabili per il fototrappolaggio perché il loro standby dura poche ore, dopo di che, se inutilizzato, il flash si spegne completamente e va riacceso manualmente; come è facile capire dunque una tipologia di standby del genere non è utilizzabile nel fototrappolaggio.

 

Dunque riassumendo, le caratteristiche importanti in un buon flash da fototrappolaggio remoto sono:

1) Standby: deve essere presente e continuo (non portare allo spegnimento totale del flash dopo poche ore)

2) Elevato numero guida così da poter usare potenze ridotte e non perdere il primo scatto

3) Tempo di riciclo veloce

 

     

Modelli consigliati: i modelli Canon Speedlite o Nikon SB in base alla fotocamera che si usa sono tra i migliori in termini di prestazioni, autonomia e standby se utilizzati con buone pile o meglio ancora con booster per l'alimentazione esterna, interessantissimi sono anche i Godox con batterie al Litio che consentono autonomia superiore rispetto alle normali pile stilo e, in fine, anche i modelli piccoli (Canon Speedlite 270 o Nikon SB 300) possono essere sfruttati con buoni risultati nel fototrappolaggio.

 

Accessori per i flash nel fototrappolaggio

Collegamenti:  per distanziare un flash dalla fotocamera e/o per usare più flash serviranno dei sistemi appositi che vedremo nel paragrafo successivo.

Pile: non bisogna mai sottovalutare la qualità delle pile che si utilizzano per i flash proprio perché nel fototrappolaggio è necessario massimizzare l’autonomia. L’argomento è stato già trattato abbondantemente a proposito delle fototrappole e gli stessi concetti valgono anche per i flash. Le pile più prestanti sono indubbiamente le stilo al Litio (da non confondersi con le batterie agli ioni di Litio), molto costose e non ricaricabili ma sono le pile che garantiscono la maggiore autonomia in assoluto. Al secondo posto, altrettanto validi sono alcuni modelli di pile ricaricabili come le Amazon Basics.

Booster: alcuni modelli di Flash supportano, attraverso un apposita porta di collegamento (immagine sotto), degli accessori per l’alimentazione esterna detti Booster; la loro funzione non è solo quella di aumentare l’autonomia del flash (perché contengono fino a 8 stilo oltre alle 4 stilo presenti già nel Flash) ma anche quella di velocizzare ulteriormente il tempo di riciclo del flash stesso. Possono essere piuttosto costosi ma ne esistono modelli di sottomarche più economici.

 

Cablaggi e sistemi wireless

Come si è già detto per separare un flash dalla fotocamera e/o per poter collegare più flash saranno necessari dei sistemi di collegamento, con cavo o senza (wireless).

Esistono diversi sistemi per ottenere questo scopo (cavi TTL, cavi PC-Sync, servo cellule, collegamenti IR, trigger radio) e sono stati già affrontati nella sezione specifica di questo sito ma non tutti sono validi per il fototrappolaggio remoto, infatti molti di questi sistemi di collegamento non sono in grado di trasmettere il segnale di risveglio dallo standby dalla fotocamera al flash e dunque non sono funzionali per avere lunga autonomia dei flash. Dopo diverse sperimentazioni e test siamo arrivati alla conclusione che i migliori sistemi per il collegamento dei flash esterni sono i trigger radio (anche i cavi TTL sulla slitta a caldo sono validi ma sono costosi e scomodi). I trigger radio consentono di lavorare senza fili ma come tutti i sistemi wireless hanno delle batterie (generalmente 2 mini stilo o 2 stilo) e dunque hanno poca autonomia (dai 3 ai 6 giorni circa) a meno che non vengano modificati per collegarvi un’alimentazione esterna. In particolare sono anni che utilizzo i trigger radio Yongnuo RF 603,  sono poco costosi e funzionano molto bene anche dopo anni di lavoro sul campo, hanno quindi una buona qualità costruttiva.

 

Tipologia

Cavi TTL

Trigger radio

Vantaggi

Non consumano energia

Molto più comodi

Svantaggi

Consumano energia

Più scomodi da utilizzare

 

Trigger radio Yongnuo RF 603

 

Poiché i flash si troveranno in posizione fissa rispetto al soggetto non sarà necessario usare il sistema TTL o E-TTL per l’esposizione automatica e inoltre non ci servirà neanche la funzione HSS (Hi Speed Shutter) quindi come trigger sarà sufficiente usare modelli di base senza queste funzioni e quindi più economici.

 

Le tecniche dettagliate, le attrezzature, i trucchi e i segreti del fototrappolaggio sono approfonditi nel manuale avanzato di fototrappolaggio

 

 

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Protezione dalle intemperie

Poiché un sistema di fototrappolaggio lavorerà sempre all’esterno, tutte le sue componenti dovranno essere adeguatamente protette dalle intemperie; in modo particolare il sensore PIR, la fotocamera e il o i flash dovranno essere coperti per rimanere all’asciutto in caso di pioggia o neve. Se il sistema si tiene fuori solo per una notte o per pochi giorni, magari nella bella stagione, non è per forza necessario usare sistemi di protezione particolarmente complessi ma nel vero fototrappolaggio remoto di alta qualità, dove si lavora spesso in inverno e le apparecchiature rimangono sul campo per giorni e giorni è bene assicurare la protezione ad appositi box rigidi e impermeabili.

I sensori commerciali, prodotti per il fototrappolaggio sono già dotati di box protettivi e impermeabili (solitamente waterproof). Se invece ci si costruisce il sensore in casa bisognerà assicurarsi di inserirlo all’interno di un box impermeabile e ben isolato come questi modelli.

Per fotocamere e flash, se tenuti fuori per poco tempo e nella bella stagione sarà sufficiente usare dei sacchettini trasparenti tipo domo pack per i flash e delle protezioni antipioggia semplici per la fotocamera; ancora meglio sarebbe usare le custodie subacquee morbide.

 

 

Nei veri sistemi di fototrappolaggio remoto invece sarà necessario usare appositi box impermeabili e antiurto per assicurare la protezione massima alle attrezzature lasciate sul campo (sia per la fotocamera che per i flash) per lunghi periodi e in condizioni climatiche anche estreme (freddo, pioggia, vento, neve etc); purtroppo i modelli commerciali di questi box sono pochissimi e molto costosi. Se ci si arma di buona volontà però non è difficile costruirseli in casa. Per lo scopo vi serviranno i seguenti materiali riportati nella tabella sottostante:

 

Inoltre possono essere utili una piastra a sgancio rapido specifica per la testa che userete per fissare il box al treppiedi sul campo (meglio "picchettare" il treppiedi per evitare che vento o animali lo facciano cadere), del sigillante poliuretanico per fissare il filtro UV, una tazza da 86 mm per bucare il box. Nel video successivo viene spiegata tutta la procedura (in inglese). 

 

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Manutenzione

Manutenzione: le guaine protettive delle fototrappole non sono infinite, si rovinano con gli sbalzi termici tra estate e inverno ed è dunque importante averne cura periodicamente. Una buona manutenzione di queste guaine garantirà una protezione sempre efficiente altrimenti si rischia di trovarsi umidità o acqua dentro le fototrappole con relative conseguenze negative sui circuiti. Quindi è utile controllare sempre le guarnizioni quando si va sul campo a scaricare le fototrappole, e trattarle periodicamente con olio o grasso siliconico specifico per le guarnizioni come questo o per un prodotto più professionale questo.

Periodicamente, almeno 2 volte l’anno, per esempio prima dell’estate e prima dell’inverno è utile riportare i sistemi di trappolaggio a casa, togliere le guarnizioni dal loro alloggiamento, pulire l’alloggiamento, lavare le guarnizioni con acqua e sapore e quindi applicare uno strato leggero di grasso siliconico impermeabilizzante.

 

Sistemi di fissaggio 

Tutti gli elementi di un set per il fototrappolaggio di alta qualità devono essere fissati in qualche modo, solitamente il fissaggio sfrutta elementi naturali come gli alberi. Commercialmente esistono pochissime soluzioni utili allo scopo e dunque, almeno per il momento, bisogna arrangiarsi o direttamente sul campo o costruendo in casa dei sistemi di fissaggio. Se il set è tenuto per brevi periodi, uno o pochi giorni, le varie componenti (fotocamera, flash e sensore) possono essere posizionati su treppiedi, quello della fotocamera dovrà essere sufficientemente robusto, tenuto con gambe non completamente aperte e in posizione basso per una maggiora stabilità; i treppiedi per il o per i flash possono essere tenuti anche più alti; in ogni caso è utile picchettare i treppiedi per evitare che il vento o gli animali stessi li possano far cadere. Se la fotocamera è all’interno di un box protettivo, questo deve avere dei passanti posteriori per poter essere legato tramite delle cinghie ai tronchi, esattamente come si fa con le fototrappole compatte. Flash e PIR possono anch’essi essere fissati ai tronchi con apposite cinghie o fascette da elettricista. Se non sono presenti tronchi naturali o se non sono adatti, si possono usare dei picchetti in metallo per sostenere i vari elementi del set.

Questa configurazione come è facile immaginare non è a prova  di furti; la sicurezza contro furti e vandalismo verrà affrontata in un paragrafo successivo. In linea generale è consigliabile collocare i sistemi di fototrappolaggio in alta qualità in luoghi sicuri, proprietà private (avendo il permesso del proprietario, ovviamente) dove avete in precedenza monitorato l'eventuale passaggio di persone usando le fototrappole compatte; una volta che vi siete assicurati della presenza di soggetti interessanti e, allo stesso tempo, che il posto sia tranquillo e non vi sia passaggio di persone estranee (escursionisti, cacciatori, fungaioli etc) con le fototrappole compatte, si può procedere all'allestimento del sistema di fototrappolaggio in alta qualità.

Le tecniche dettagliate, le attrezzature, i trucchi e i segreti del fototrappolaggio sono approfonditi nel manuale avanzato di fototrappolaggio

 

 

 

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