Voltaggio totale: la
maggioranza delle fototrappole lavorano a 6V, solo pochi
modelli lavorano a 12V
Numero di batterie:
dipende dal voltaggio ma anche dall’amperaggio: per es
trappole a 6V (la maggior parte) possono funzionare
solo con 4 stilo ma ne possono avere 12 così da
triplicare l’amperaggio e quindi l’autonomia
Tipologia di batterie:
quasi tutti i modelli di fototrappole utilizzano
batterie di tipo stilo (AA); solo negli ultimi anni si
stanno diffondendo modelli che invece hanno una batteria
agli Ioni di Litio (Li-ion). Se è vero che le batterie
Li-ion sono tecnologicamente più evolute rispetto alle
stilo (per esempio hanno maggiore amperaggio con un peso
inferiore), dall’altro punto di vista esse risultano
molto scomode perché bisogna acquistare una seconda
batteria e il relativo caricatore esterno, così da avere
sempre una batteria carica da sostituire nella trappola
posizionata sul campo; ma non sempre i produttori
rendono disponibili le batterie di riserva e i
caricatori esterni.
Si sa con le
fototrappole si consumano moltissime batterie dunque
scegliere bene le pile da usare è fondamentale. Prima di
procedere è necessario descrivere un parametro molto
importante: la curva di scarica delle batterie; tutte le
pile hanno un voltaggio nominale, le stilo alcaline per
esempio hanno un voltaggio di 1,5V mentre le stilo
ricaricabili hanno un voltaggio di 1,2V; tutte le pile
hanno anche una curva di scarica, cioè appena cariche o
appena acquistate un hanno un voltaggio superiore a
quello nominale, ad esempio le alcaline hanno un
voltaggio di partenza di 1,6V e le stilo ricaricabili
hanno un voltaggio di partenza di 1,4V; durante
l’utilizzo, man mano che si scaricano, questo voltaggio
si abbassa al voltaggio nominale e rimane costante fin
quando non ha un crollo, quando la carica della batteria
si è quasi esaurita; alcune batterie però hanno un calo
del voltaggio molto più rapido rispetto ad altre e
questo può influenzare il rendimento della fototrappola
su cui vengono utilizzate.
Cosa succede a una
fototrappola quando le batterie si stanno scaricando?
Quando il voltaggio delle batterie ha un calo e scende
sotto un certo valore (valore intermedio) la
fototrappola può già risentirne nelle prestazioni e, per
esempio, può avere una minore reattività/sensibilità nel
PIR, minore portata nell’illuminazione o inizia a
produrre video più brevi oppure registra solo foto/video
diurni. Se il voltaggio scende ulteriormente oltre una
soglia minima, invece, la fototrappola si spegne
completamente. Se una fototrappola funziona a 6V (come
la maggioranza dei modelli) e le batterie durante l’uso
si scaricano abbassando il voltaggio (per es a 4,8V)
anche quando non sono completamente scariche potrebbero
già ridurre le prestazioni della fototrappola come detto
prima; successivamente, non appena il voltaggio delle
batterie scende sotto un livello ancora inferiore
(valore minimo), ad
esempio a 4,5V la fototrappola non funzionerà più e si
spegnerà.
Ogni modello di
fototrappola ha un suo valore intermedio e un suo valore
minimo anche se questi valori difficilmente vengono
forniti dai produttori. Conoscere questi valori potrebbe
essere importante, ad esempio, per capire se una data
fototrappola può lavorare bene con le pile ricaricabili
a 1,2V o meno.
Vediamo di seguito quali
sono le batterie più utilizzate, il loro vantaggi e
svantaggi:
Hanno il vantaggio di
essere facilmente reperibili ed economiche ma presentano
diversi svantaggi:
-Bassa performance alle
basse temperature: le batterie alcaline infatti
contengono un elettrodo basato su molecole di acqua e
con basse temperature (parliamo di temperature sotto lo
zero per lunghi periodi) la reazione chimica all’interno
della pila rallenta, influenzando le capacità della
batteria stessa.
-Perdita di voltaggio:
le pile alcaline hanno un voltaggio di 1,5V ma appena
iniziano a scaricarsi perdono voltaggio molto
rapidamente (curva di scarica) abbassando così le
prestazioni della fototrappola, la potenza degli
illuminatori cala, il Trigger Speed si allunga e il
processore rallenta. Inoltre raggiungono più rapidamente
la fase di caduta della carica, portando la fototrappola
a spegnersi.
-Breve durata:
generalmente le batterie alcaline hanno da 1000 a 1500
mA di energia. È vero che il consumo di batterie dipende
da tanti fattori, ma in media le batterie alcaline
consentono una scarsa autonomia, in media si è calcolato
che un set di batterie alcaline nuove e di buona qualità
consente di scattare circa 7.000-9000 foto, ma molti
meno come video, dunque in una trappola molto attiva a
volte un intero set di stilo alcaline riesce a coprire
solo 7-10 giorni.
Tra le mie preferite vi
sono le pile stilo alcaline dell'Ikea (2,50 euro per la
confezione da 10) o le
Amazon Basics che
hanno più o meno lo stesso prezzo e vi arrivano
direttamente a casa.
Poiché le fototrappole
possono montare anche fino a 12 batterie stilo, si farà
un largo consumo di batterie e ciò può risultare molto
costoso. Per questo molti utenti preferiscono usare
batterie stilo ricaricabili piuttosto che le stilo usa e
getta.
In generale le batterie
ricaricabili hanno una curva di
scarica intermedia ma non offrono le stesse performance
delle pile alcaline perché
la maggioranza di modelli di stilo ricaricabili lavorano
a 1,2 V invece che a 1,5 e per questo in alcuni modelli
di fototrappole le stilo ricaricabili addirittura non
funzionano o comunque forniscono meno energia
scaricandosi più rapidamente; usando batterie
ricaricabili dunque l’autonomia delle fototrappole
diminuisce e capita spesso che facciano video più brevi
rispetto alla lunghezza impostata soprattutto durante la
notte.
Le batterie ricaricabili
hanno dunque il vantaggio di risultare più economiche ma
offrono anche un secondo vantaggio, quello di resistere
meglio alle basse temperature (le ricaricabili NiMH
usano elettrodi a base metallica).
Gli svantaggi sono:
-compatibilità bassa:
come si è detto non tutte le fototrappole lavorano bene
con queste batterie a causa del loro voltaggio più basso
(1,2V)
-complessità di
gestione: quando si usano batterie ricaricabili è bene
non mescolare batterie di età diverse. Le batterie
ricaricabili infatti hanno cicli di ricarica limitati
(da 500 a 1000 in genere), più cicli di ricarica ha
ricevuto una batteria e più si abbassa l’efficienza e la
tenuta della batteria stessa. Per questo motivo ogni
volta che si inizia a usare una nuova confezione da 4
batterie esse andrebbero marcate con un pennarello con
la data di primo utilizzo che servirà soprattutto a
riconoscere le 4 batterie delle altre; queste batterie
con la stessa data dovranno sempre lavorare insieme e
mai dovranno essere separate o mischiate con altre
batterie per questo è importante marcarle. Se una
fototrappola lavora con 12 batterie stilo, si
acquisteranno 3 confezioni di ricaricabili e si
marcheranno con un pennarello tutte con la stessa data,
queste pile dovranno essere usate sempre insieme e mai
separate in modo che avranno sempre gli stessi cicli di
ricarica.
-scarsa tenuta della
carica: anche se le batterie ricaricabili possono avere
amperaggi maggiori rispetto alle alcaline, esse si
scaricano molto più facilmente anche se la fototrappola
non sta lavorando, hanno cioè una minore capacità di
tenere la carica. Molti modelli di batterie
ricaricabili, una volta ricaricate, perdono
completamente la loro camera entro 90 giorni anche se
totalmente inutilizzate. Solo alcuni modelli hanno
una maggiore capacità di tenuta della carica (ad esempio le
stilo AA Amazon Basics
ricaricabili) e sono dunque molto consigliate;
altre pile ricaricabili con cui mi sono sempre trovato
bene, con ogni tipo di fototrappola sono le
Beghelli Carica 500
(considerando sempre che con le pile ricaricabili
l'autonomia sarà sempre minore). Ovviamente se si usano
le pile ricaricabili sarà bene dotarsi di uno o più
caricabatterie; se si
hanno molte fototrappole ed è necessario caricare molte
pile in poco tempo sono consigliabili i
caricabatterie a 16 slot.
In linea generale dunque si consiglia
l’uso di batterie ricaricabili in queste situazioni:
- quando si lavora in
abbinamento alle batterie esterne e si tengono comunque
delle batterie nell'apposito vano della fototrappola
- quando si deve gestire
un elevato numero di fototrappole e il costi per le
batterie non ricaricabili sarebbero eccessivi ma si
riesce a controllare le fototrappole entro le 2
settimane.
Un
consiglio importante per l'uso di batterie ricaricabili:
Questo tipo di batterie
non sono da confondere con quelle “agli ioni di Litio” (Li-ion).
Sono delle stilo (AA) non ricaricabili e sono anche
piuttosto costose, ma offrono delle performance
elevatissime sulle fototrappole. In questa categoria le
migliori sono le
Energizer Ultimate Lithium. Hanno un amperaggio
elevato, di 3000 mAh e un voltaggio di 1,7V dunque
continuano a fornire energia sufficiente per tempi molto
più lunghi prima che il voltaggio si abbassi a valori che
fanno spegnere la fototrappola o che provocano minore
reattività/luce o video brevi. A fronte dell’unico
svantaggio del costo le pile al Litio hanno tre grandi
vantaggi:
-maggiore durata: avendo
una capacità elevata in termini di mAh hanno una
maggiore autonomia ben superiore alle alcaline ma anche
alle ricaricabili NiMH.
-l’alto voltaggio che
possiedono consente a queste pile di fornire alte
prestazioni alle fototrappole anche quando si stanno
scaricando e il voltaggio scende, la loro curva di
scarica è la migliore e quella che garantisce maggiore
autonomia.
-non risentono delle
basse temperature, anche ben sotto lo zero.
Giusto per fare un
confronto con le batterie alcaline, nelle stesse
situazioni in cui con le alcaline di buona qualità si
riescono a ottenere 7000-9000 foto, con le pile al Litio
si arriva tranquillamente a 20.000. Quindi sebbene il
costo delle Litio sia molto elevato, a conti fatti c’è
un risparmio rispetto alle normali alcaline.
Queste pile sono dunque
consigliate quando si ha bisogno di avere la massima
autonomia energetica nelle fototrappole senza dover
usare le pesanti batterie al piombo, ad esempio quando
si opera in zone impervie o molto distanti e la
frequenza di controllo è molto bassa per evidenti motivi
logistici.
Per fortuna quasi la
totalità delle fototrappole possiede un jack per
l’alimentazione esterna, generalmente esse si alimentano
con batterie al piombo da 6V, in alcuni modelli invece a
12V. Le batterie al piombo sono molto comode perché
hanno un elevato contenuto di energia in termini di mAh,
costano relativamente poco e sono ricaricabili,
consentendo così da avere una grande autonomia a poco
costo. Ovviamente anche quando si usa una batteria
esterna è importante tenere dentro la trappola le
normali pile stilo (solitamente è preferibile usare
delle stilo ricaricabili NiMH). Unico svantaggio delle
batterie al piombo è il loro peso (contengono appunto..
del piombo!) che le può rendere molto scomode se le
fototrappole sono posizionate in luoghi difficili da
raggiungere e/o se si hanno molte fototrappole da
controllare in un’unica sessione.
Le batterie al piombo
possono essere lasciate direttamente all’aperto, sono
perfettamente resistenti alla pioggia; l’unico
accorgimento è di posizionarle a testa in giù così da
evitare che in caso di pioggia si possa accumulare acqua
o neve sulla superficie superiore della batteria dove
sono presenti i due poli (l’acqua è un conduttore e un
accumulo d’acqua in questa posizione può provocare un
corto circuito). Se possibile inoltre sarebbe bene
fissare le batterie esterne in posizione alta così da
evitare che un’eventuale nevicata possa sommergerle con
relativo rischio di cortocircuito.
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