L’autonomia è il
parametro più importante per il fototrappolaggio
remoto di alta qualità, che lo distingue da altre
tecniche fotografiche come la fotografia remota o la
fotografia Hi-Speed. Abbiamo già affrontato questo
aspetto nei paragrafi precedenti quindi ci limitiamo
qua a fornire solo un piccolo riassunto dei punti
principali per massimizzare l’autonomia di un
sistema di fototrappolaggio remoto (in ordine di
importanza):
1) Reflex in
standby, i modelli Nikon hanno una migliore gestione
dello standby
2) Flash in standby
3)
Sistemi di
collegamento del flash migliori per l’autonomia:
cavi ETTL con possibilità di ricevere il comando di
risveglio dallo standby dalla fotocamera
4)
Battery-Grip
sulla fotocamera: duplica l’autonomia della Reflex
5) Batterie
originali per la fotocamera e non troppo vecchie:
mantengono molto meglio la carica e durano di più se
sono originali
7)
Booster per
flash: sono costosi ma molto utili anche perché
l’autonomia dei flash è solitamente il collo di
bottiglia più critico per l’autonomia generale del
sistema.
È un tipico problema
di tutte le fototrappole che usano sensori PIR
quindi anche delle fototrappole compatte.
L’argomento è stato
già trattato ampiamente nell’apposito paragrafo.
Nel caso delle fototrappole di alta qualità, proprio
perché il sensore PIR è esterno, ed è consigliato un
posizionamento dall’alto, in genere, i problemi di
partenze ripetitive dovute a
vento/sole/vegetazione/pioggia è molto più ridotto
per fortuna.
In sintesi:
-ridurre la
sensibilità del PIR in quei modelli in cui questa
funzione è disponibile
-stringere il campo
d’azione
-assicurarsi di
fissare il sensore PIR a supporti (rami, tronchi)
molto robusti
e stabili che non
possano essere mossi dal vento
-evitare che ci sia
dell'erba (soprattutto graminacee) all'interno
dell'area
coperta dal sensore,
perché anche un vento molto debole può muovere
questo tipo di vegetazione
A parte il vento,
un'altra situazione che può creare false partenze
nei sensori PIR è il sole frontale; in questo caso
evitare di puntare il sensore a est o a ovest.
Avendo vetri
piuttosto ampi e usando box dove l’aria ha molto più
spazio, è facile che nei sistemi di fototrappolaggio
di alta qualità si formi della condensa, sia interna
che esterna. La condensa esterna si forma a causa
della rugiada notturna, soprattutto quando vi è
molta umidità; può essere risolto o ridotto questo
problema usando dei tettucci che impediscano
l’accumulo delle goccioline direttamente sul vetro
del box protettivo. La condensa interna può essere
risolta o ridotta usando box protettivi
completamente ermetici e ponendo al loro interno un
contenitore con appositi sali che assorbono
l’umidità
(Silica
Gel)
Poiché le Reflex
sono le fotocamere più utilizzate per il
fototrappolaggio di alta qualità e poiché si scatta
sempre a brevi distanze, il rumore dello scatto
prodotto dall’otturatore e dallo specchio meccanico
può essere un problema e spaventare i soggetti dopo
il primo scatto. Come si è detto precedentemente,
con l’avvento delle Mirrorless che non hanno parti
meccaniche in movimento (sono prive di specchio e
hanno otturatore elettronico) sarà possibile
effettuare degli scatti totalmente silenziosi ma
come risolvere il problema del rumore di scatto con
le Reflex che sono ancora le fotocamere più
utilizzate nel fototrappolaggio di qualità? Una
buona soluzione consiste proprio nell’uso dei box
ermetici per proteggere la fotocamera dalle
intemperie; dall’esperienza sul campo si è visto che
questi box coprono abbondantemente il rumore dello
scatto e si ottengono risultati ancora migliori se
all’interno del box si pongono dei pezzi di spugna
fono assorbente, appositamente sagomati per riempire
ogni spazio intorno alla fotocamera. In alcune
situazioni particolarmente delicate, inoltre, usare
obiettivi più lunghi del grandangolo (per es 50 mm)
e posizionare la fototrappola con Reflex ad una
distanza maggiore dal punto di interesse aiuta a
risolvere il problema del rumore di scatto quasi
totalmente.
L’uso dei tempi
lunghi è un buon metodo per ottenere foto
particolari, soprattutto per avere dei cieli
stellati sullo sfondo delle foto. Purtroppo però i
tempi lunghi possono provocare degli effetti
indesiderati come le immagini fantasma, le ombre e
le trasparenze.
Una volta che la
fotocamera ha scattato, di notte, il flash ha
congelato il soggetto, ma se è impostato un tempo
lungo (o se si usa la priorità di apertura) la
fotocamera continuerà a tenere l’otturatore aperto
ancora per alcuni secondi, anche dieci o 15; durante
questo tempo l’animale può muoversi , sia lentamente
(e in questo caso si ha un’immagine fantasma) sia
velocemente (e in questo caso si hanno degli aloni
intorno al soggetto) oppure può andare via,
lasciando “il posto vuoto”; in quest’ultimo caso, se
lo sfondo non è abbastanza buio, il sensore
continuerà ad esporre quindi a prendere luce e nel
punto in cui era stato impresso il soggetto dallo
scatto dei flash si formerà una trasparenza.
In questa foto il
capriolo è stato correttamente impresso nello scatto
grazie alla luce flash, ma il lampo del flash lo ha
incuriosito/indispettito e l’animale ha alzato la
testa ma rimanendo sempre fermo per tutta la durata
dello scatto lungo; durante l’esposizione lunga
dunque nel sensore è rimasta impressa anche la
seconda posizione del capriolo con la testa alzata
ma non essendoci luce flash in questa parte dello
scatto, rimane solo un’immagine fantasma scura.
In questo caso
durante l’esposizione lunga i cinghiali hanno
continuato a muoversi velocemente, lasciando degli
aloni indefiniti attorno ai loro corpi.
La trasparenza è uno
dei peggiori effetti collaterali delle foto notturne
con tempi lunghi. Si ha quando l’animale dopo essere
stato impresso dal flash sullo scatto, va via più o
meno velocemente, spostandosi dal punto in cui sit
trovava nel momento del lampo del flash. Se lo
sfondo dietro il soggetto non è abbastanza buio,
come in questa foto, il sensore continuerà a
prendere luce e questa luce renderà “trasparente” il
soggetto precedentemente impresso nello scatto dai
flash.
Può capitare di formattare per errore la scheda di
memoria di una fototrappola o di cancellare per
sbaglio un file di immagine o video, ma può anche
capitare che una scheda di memoria abbia terminato
il suo "ciclo vitale" (e non può avvisarci quando
succede) e appaia illeggibile o registri i files in
formati non leggibili. In tutti questi casi si può
tentare di recuperare i files persi usando appositi
softwares gratuiti; purtroppo le garanzie di
riuscita di questa operazione non sono mai sicure, a
volte si riesce a recuperare tutto altre volte no.
Esistono molti softwares per recupeare i files, ma
tra i migliori vi sono i seguenti (per maggiori
dettagli e istruzioni consultate
questo articolo molto semplice
e completo):
Specifico per files cancellati dalle schede di
memoria, per Windows e macOS ma anche Linux,
gratuito ma solo in inglese e con interfaccia un po'
complicata, ma semplice da usare.
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