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Manuale online di
bird-gardening: aiutiamo gli uccelli d'inverno con le mangiatoie artificiali
Le specie animali si sono
adattate in differenti modi per sopravvivere
all'inverno, c'è chi migra in posti più caldi, chi va in
letargo e chi rimane ad affrontare il freddo e le
intemperie; tra questi ultimi ci sono molte specie di
Uccelli Passeriformi che vivono nei nostri giardini, in
città, nei parchi urbani per esempio la Cinciallegra, la
Cinciarella, il Pettirosso, il Picchio muratore etc.
Negli inverni più rigidi e nevosi molti esemplari di
queste specie muoiono a causa del freddo ma soprattutto
perché non sono in grado di reperire cibo a sufficienza.
Si può fare qualcosa per aiutarli? certamente si! per
esempio fornire loro del cibo supplementare che li aiuti
a sopravvivere all'inverno allestendo apposite
mangiatoie nel giardino, nel terrazzo o anche nel
balcone, in base alle proprie disponibilità. Dunque
l’alimentazione artificiale dovrebbe essere fornita agli
uccelli nel giardino solo d’inverno ed in particolare
nei momenti di maggior abbassamento delle temperature e
quando nevica; la neve infatti può davvero fare strage
di animali, per esempio tutte quelle specie che si
alimentano a terra o sulla vegetazione molto bassa
(scricciolo, beccamoschino, pispola, usignolo di fiume,
galliformi etc).
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Merlo (Turdus merula): uno dei più comuni
frequentatori delle mangiatoie,
gradisce vari tipi di cibo ma
soprattutto il pastone per
uccelli insettivori e le camole
vive. |
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In commercio esistono
già pronti diversi modelli di mangiatoia, ma si possono
anche facilmente costruire in casa; gli uccelli non sono
molto selettivi, non importa per loro in che tipo di
mangiatoia venga fornito il cibo, se hanno fame verranno
ad alimentarsi ugualmente anche poggiando il cibo
semplicemente su una tavoletta di legno o una corteccia;
ovviamente in caso di meteo piovoso è utile che le
mangiatoie siano coperte, con un tetto per evitare che
il cibo si bagni. Si possono usare diversi tipi di cibo,
facilmente reperibili in commercio nei supermercati e
nei negozi specializzati per animali: frutta (mele,
cachi, melograni), semi di girasole, sementi miste (tipo
quelle per Canarini), pastone da insettivori (usato per
le Maine o Merli indiani), palle di grasso e arachidi,
arachidi (non salati), noci e nocciole, burro,
margarina, strutto sono i tipi di alimenti più
comunemente utilizzati. Ogni specie ha abitudini
alimentari diverse, dunque una mangiatoia ben fornita
dovrebbe includere diversi tipi di cibo; alcune specie
sono prevalentemente o totalmente insettivore quindi
possono arrivare alle mangiatoie solo se si usano camole
della farina o camole del miele vive che sono facilmente
reperibili nei negozi di pesca perché comunemente usate
come esca; l'uso delle camole vive attira insettivori
come lo scricciolo, il rampichino ma anche il pettirosso
o il merlo ne vanno ghiotti. Si possono anche utilizzare
resti della cucina, come briciole di pane o panettone o
altri dolci, frutta, verdura. Non tutti i cibi però sono
adatti, alcuni alimenti non vanno usati perché
potrebbero essere dannosi: il pane, soprattutto secco
per esempio può risultare molto pericoloso, la carne
soprattutto cotta e speziata così come i salumi non sono
cibi adatti per gli animali selvatici.
Sono generalmente cibi
sconsigliabili, da usare solo in casi di emergenza
quando non si ha nient’altro da poter fornire agli
uccelli. Il motivo per cui questi cibi non andrebbero
utilizzati (soprattutto il pane, le briciole, la pasta e
il riso) che dovuto al fatto che sono a base di
carboidrati elaborati, che non sono un cibo naturale per
gli uccelli ma soprattutto danno una sensazione di
sazietà agli uccelli senza però fornire una grande
quantità di energia come potrebbero fare cibi più grassi
(per esempio semi di girasole, strutto, burro, arachidi
etc); dunque può succedere che, ad esempio, in una
fredda giornata invernale un Pettirosso si “riempia la
pancia” mangiando briciole di pane, si sente sazio, non
si alimenta dunque di altro, ma l’energia fornita dal
pane non gli sarà sufficiente a superare un’eventuale
gelida notte con temperature sotto lo zero. I dolci come
i biscotti, merendine o panettoni già sono leggermente
meglio perché nel loro impasto si usano dei grassi come
lo strutto che forniscono maggiore energia.
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Il bellissimo Frosone (Coccothraustes
coccothraustes) nelle
mangiatoie predilige
i semi di girasole. |
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I cibi migliori per poter
aiutare gli uccelli d’inverno sono quelli grassi, che
riescono a fornire energie sufficienti per superare le
notti gelide; tra i più usati vi sono le arachidi (non
salate!), il burro, lo strutto, il burro di arachidi, le
noci e i semi di girasole; questi cibi verranno
consumanti principalmente dai granivori (come i
fringillidi, che vanno ghiotti di girasole) e gli
onnivori (come le cince) ma anche gli insettivori come
la passera scopaiola o il pettirosso possono becchettare
lo strutto (per esempio quello che si trova nelle palle
di arachidi e strutto commerciali); per gli insettivori
sarà meglio fornire l’apposito pastone da insettivori e,
se possibile, anche delle camole della farina vive (o
camole del miele, che sono molto più grasse ed
energetiche).
Alcuni studi però hanno
mostrato che alimentare gli uccelli con cibi grassi non
porta sempre a risultati positivi, in particolare non
aumenta anzi può ridurre la produttività nella stagione
riproduttiva anche quando il cibo è stato fornito solo
durante l’inverno; ad esempio Harrison et al. (2010),
Plummer et al. (2013) e Smith and Smith (2013). Vi è
però da considerare che tutti questi studi sono stati
condotti in ambiente boschivo e non in ambiente urbano,
dunque le loro conclusioni non sono applicabili ai
giardini privati in città.
https://www.bto.org/how-you-can-help/providing-birds/feeding-garden-birds/fat-based-foods
Harrison, T.J.E., Smith, J.A., Martin,
G.R. et al. Does food supplementation really
enhance productivity of breeding birds?. Oecologia 164, 311–320
(2010). https://doi.org/10.1007/s00442-010-1645-x
Plummer, K., Bearhop, S., Leech, D. et
al. Winter food provisioning reduces future breeding
performance in a wild bird. Sci Rep 3, 2002
(2013).
https://www.nature.com/articles/srep02002.pdf
Ken W Smith & Linda Smith (2013) The
effect of supplementary feeding in early spring on the
breeding performance of the Great Spotted Woodpecker Dendrocopos
major, Bird Study, 60:2, DOI: 10.1080/00063657.2013.776004
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Picchio muratore: può nutrirsi
un po' di tutto, dalle camole
allo strutto/burro/margarina ma
anche arachidi, noci e girasole. |
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Le camole (o tarme) della
farina (Tenebrio molitor) sono facilmente
reperibili nei negozi di pesca perché vengono usate come
esche e sono un ottimo alimento per aiutare e attirare
diverse specie di uccelli insettivori alle mangiatoie.
In alternativa si possono usare le camole del miele che
sono le larve della tarma maggiore della cera (Galleria
mellonella); queste sono più costose rispetto a quelle
della farina ma anche molto più nutrienti.
L’uso di questi cibi vivi
è di grande aiuto per i passeriformi insettivori, se ne
possono infatti nutrire anche il Luì piccolo, il
minuscolo Scricciolo, il Rampichino oltre che il
Pettirosso, il Codirosso spazzacamino, la Capinera,
l’Occhiocotto, la Passera scopaiola etc. Uno studio
condotto in Inghilterra (Peach et al., 2014) ha
dimostrato, per esempio, che il successo riproduttivo
dei passeri alimentati con tarme della farina è
aumentato del 55%.
Will J. Peach, Danaë K. Sheehan & Will B.
Kirby (2014) Supplementary
feeding of mealworms enhances reproductive success in
garden nesting House Sparrows Passer domesticus, Bird
Study, 61:3, DOI: 10.1080/00063657.2014.918577
https://www.tandfonline.com/action/showCitFormats?doi=10.1080%2F00063657.2014.918577
In commercio esistono
anche tarme della farina disidratate per l’alimentazione
degli uccelli; dopo diversi test però ho concluso che
non sono altrettanto nutrienti quanto quelle vive e
soprattutto molto meno gradite agli uccelli.
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Il pettirosso può essere
attirato con il pastone per
uccelli insettivori oppure con
le camole vive come in questa
foto, di cui va ghiotto |
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Cibo |
Link
acquisto |
Specie |
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Semi di girasole |
Semi grandi
Semi piccoli |
Fringillidi (Cardellino, Verzellino,
Verdone, Peppola, Fringuello, Frosone,
Lucherino), Passeri, Cince |
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Misto semi per uccelli |
Misto semi per
Fringillidi |
Fringillidi (Cardellino, Verzellino,
Verdone, Peppola, Fringuello, Frosone,
Lucherino) |
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Pastone per insettivori |
Padovan Granpâtée |
Merlo, Tordi, Passero solitario,
Pettirosso, Passera scopaiola, Codirosso
spazzacamino, Storno |
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Palle di grasso e arachidi |
Palle con arachidi e
grasso
Grasso per uccelli |
Cince, Picchio muratore, Pettirosso |
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Arachidi non salate |
Arachidi sfusi
Arachidi con guscio |
Cince, alcuni Fringillidi, Picchio
muratore |
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Noci intere |
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Picchio rosso maggiore, Scoiattolo |
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Nocciole intere |
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Picchio rosso maggiore, Scoiattolo |
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Camole della farina, del miele |
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Insettivori, Turdidi (Scricciolo,
Pettirosso, Capinera, Passera scopaiola
etc.) |
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Burro di arachidi |
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Cince, Picchio muratore, Pettirosso |
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Picchio rosso maggiore, può
essere attratto alle mangiatoie
con noci intere (con guscio) o
nocciole. |
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L’alimentazione
artificiale è molto utile, come si è già detto, per
aiutare gli uccelli selvatici principalmente nel periodo
invernale, iniziando circa nel mese di novembre, in modo
graduale poiché non arriveranno subito molti ospiti a
mangiare e non sarà dunque necessario dosi abbondanti di
cibo; si aumenterà man mano la quantità del cibo e la
frequenza di rifornimento man mano che aumentano gli
ospiti e anche man mano che aumenta il freddo con
l’arrivo dell’inverno. Con i rifornimenti di cibo
bisogna smettere in primavera; in questo periodo infatti
la natura si ripopola di insetti e gli uccelli
troveranno cibo in abbondanza, inoltre il cibo
artificiale fornito non è adatto all'allevamento dei
pulli e sarebbe deleterio continuare a fornire cibo
anche per evitare di disabituare gli ospiti ad
alimentarsi autonomamente; le mangiatoie verranno quindi
dismesse tra fine marzo e metà aprile, in base
all’andamento della stagione (a volte già a fine marzo
le temperature sono primaverili, altri anni può capitare
che ancora a fine marzo o aprile nevichi). Anche in
questo caso sarà necessario operare gradualmente e
diminuire le dosi di cibo e la frequenza di
somministrazione pian piano, man mano che le temperature
aumentano e anche gli ospiti delle mangiatoie iniziano a
diminuire.
Orari
Gli ospiti delle
mangiatoie sono molto mattinieri, alcuni iniziano a
muoversi e cercare cibo quando è ancora buio come nel
caso del Merlo e del Pettirosso; dunque è importante che
le mangiatoie siano rifornite di cibo già al mattino
presto così da dare possibilità agli uccelli di trovare
cibo dopo la gelida notte; per questo motivo se non ci
si vuole svegliare troppo presto si possono rifornire le
mangiatoie la sera precedente. Bisogna però stare
attenti ad evitare che le mangiatoie possano essere
raggiunte da topi e ratti che, non solo possono
trasmettere patologie ma soprattutto consumerebbero il
cibo durante la notte; per questo le mangiatoie
andrebbero posizionate su un palo dotato di appositi
sistemi deterrenti (per es. imbuto rovesciato) che
impedisca a vari mammiferi di salire.
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Cinciallegra e cinciarella si
alimentano su una palla con
mandorle, ma si possono usare
anche noci e arachidi. In
commercio non è difficile
trovare palle di arachidi e
grasso molto gradite dagli
uccelli selvatici. |
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Esistono molti tipi di
mangiatoie e il cibo si può fornire anche direttamente a
terra in alcune situazioni, quindi senza l’uso di alcuna
mangiatoia. Qualsiasi contenitore può andar bene come
supporto per fornire cibo agli uccelli selvatici, una
vaschetta di plastica, un sottovaso, una mangiatoia
realizzata realizzando contenitori comunemente presenti
in tutte le case. La mangiatoia classica è quella a
casetta di legno, può essere costruita facilmente in
casa se si ha un po’ di manualità o può essere
acquistata già pronta; questo tipo di mangiatoia può
essere rifornita con diversi tipi di cibo così da poter
attirare e aiutare diverse specie di uccelli ad esempio
vi si possono appendere delle palle di strutto e
arachidi per le cince, si possono fornire semi di
girasole per i Fringillidi e un po’ di pastone da
insettivori (magari con aggiunta di camole vive) per gli
insettivori, il tutto rimane ben protetto dalla pioggia
grazie al tetto di cui questo tipo di mangiatoia è
dotata.
In commercio esistono
numerosi altri tipi di mangiatoie oltre alle tipiche
mangiatoie in legno a casetta; ad esempio le
mangiatoie
a tramoggia o a serbatoio che consentono di avere una
maggiore autonomia una volta riempite con del cibo
oppure le
mangiatoie a rete
metallica per arachidi che consentono di evitare le
classiche retine che avvolgono le palle di strutto e
arachidi, queste retine in nylon infatti possono
potenzialmente pericolose per gli uccelli selvatici che
vi possono rimanere impigliati.
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Schema di costruzione di una
mangiatoia classica "a casetta". |
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Il codirosso spazzacamino (nella
foto, un maschio) è ghiotto del
melograno |
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Problema piccioni e tortore
Spesso i piccioni, le tortore e in alcune località anche
gli scoiattoli sono un grosso problema per chi fornisce
cibo agli uccelli selvatici poiché tendono a svuotare le
mangiatoie in breve tempo. Una buona soluzione è quella
di chiudere completamente l'area dove si trovano le
mangiatoie con una
rete da recinzione a maglia larga
(solitamente 50x75 mm), questa maglia impedisce
il passaggio dei tortore o piccioni ma consente il
passaggio a tutti i piccoli uccelli. Esistono inoltre
alcune
mangiatoie "speciali"
anti-piccione che attraverso un
meccanismo, solitamente basato sul peso, oppure
attraverso uno strato di rete esterna, consentono solo
ai piccoli uccellini di nutrirsi bloccando l'accesso a
piccioni, tortore e scoiattoli.
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Oltre ai piccioni anche le
Tortore dal collare (Streptopelia
decaocto) possono essere un
danno per le mangiatoie perchè
consumano grandi quantità di
ogni tipo di cibo, lasciando gli
altri uccelli a stomaco vuoto. |
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Non
tutti gli uccelli possono diventare confidenti se gli
viene fornito cibo, o, comunque non lo diventano subito;
alcune specie sono tipicamente più confidenti, è per
esempio il caso delle cince, del merlo o del pettirosso,
altre specie, almeno inizialmente sono più timide come
la passera scopaiola, il codirosso spazzacamino o lo
storno. Per far avvicinare e aiutare anche le specie
più timide ed elusive, quindi, se se ne ha la
possibilità, sarebbe bene collocare la mangiatoia in un
punto tranquillo del giardino, lontano da punti di
passaggio di persone e vicino a siepi o alberi dove gli
uccelli possono immediatamente trovare rifugio e
sicurezza.
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Spesso, ma non sempre,
quando si alimenta artificialmente la fauna, si ha come
conseguenza una densità più elevata di soggetti rispetto
alle condizioni naturali. queste possono facilitare la
diffusione di patogeni a causa dell’alta concentrazione
di soggetti presso i siti di alimentazione.
L’igiene stessa delle
eventuali strutture o punti dove viene somministrato il
cibo deve essere gestito in maniera accurata. La
trasmissione di patogeni presso i siti di alimentazione
artificiale può avvenire a prescindere dal cibo
utilizzato; animali portatori di determinati patogeni o
già ammalati si trovano a contatto molto stretto con gli
altri soggetti e, inoltre, due o più soggetti possono
alimentarsi sulla stessa mangiatoia o sullo stesso cibo
facilitando così la trasmissione dei patogeni.
Sono numerosi gli studi
in letteratura che dimostrano una maggiore diffusione di
patogeni nelle mangiatoie artificiali, ad esempio Hartup
& al. (1998) hanno concluso in uno studio sulle
mangiatoie artificiali che queste facilitano la
diffusione della congiuntivite micoplasmica a causa
dell’elevata concentrazione di uccelli che rende più
probabile la trasmissione ma anche a causa del fatto che
il microrganismo patogeno rimane più protetto
all’interno delle mangiatoie sopravvivendo alle
intemperie.
Principali patologie
degli uccelli alle mangiatoie:
Tra i problemi sanitari
riscontrabili negli uccelli che frequentano le
mangiatoie vi sono:
Problemi alle zampe:
si osservano spesso nei
fringuelli e sono causati da papilloma virus o da acari
che provocano malattie della pelle (rogna cnemidocoptica);
in entrambi i casi si formano delle escrescenze di
colore chiaro nei piedi o sulle dita dei piedi.
Escherichia albertii:
E’ una patologia tipica
degli uccelli che arrivano in gruppi numerosi alle
mangiatoie come i fringillidi (Frinquelli, Verdoni etc).
Colpisce tipicamente il tratto digestivo e i soggetti
ammalati mostrano segni non specifici come letargia
generale e piumaggio arruffato
Salmonellosi:
E’ causata da un
batterio (Salmonella typhimurium); molto comune
tra i Verdoni e i Passeri; gli individui ammalati
mostrano letargia e piumaggio arruffato. Il batterio
della Salmonella può persistere nell’ambiente esterno
anche per settimane o mesi e l’infezione si trasmette
attraverso le deiezioni degli uccelli ammalati che vanno
a contaminare cibo e fonti d’acqua.
Pox virus aviare:
Colpisce principalmente
la Passera scopaiola, i passeri, il colombaccio e
diverse specie di cince, come ad esempio la
Cinciallegra. Provoca lo sviluppo di masse simili a
tumori sulla testa (soprattutto vicino agli occhi e al
becco), sulle zampe, sulle ali e anche in altre parti
del corpo. Queste masse possono rimanere di piccole
dimensioni ma a volte possono diventare molto grandi
soprattutto nelle Cinciallegre, a tal punto da impedire
agli uccelli di vedere bene o di alimentarsi o di
volare. Può essere trasmesso da punture di insetti o da
contatto diretto tra gli uccelli ma anche da contatto
indiretto attraverso superfici contaminate come ad
esempio le mangiatoie.
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L'eccessivo numero di soggetti
nelle mangiatoie può facilitare
la trasmissione di patologie e
l'accumulo di residui di cibo è
da evitare pulendo le mangiatoie
giornalmente. |
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Come gestire l’igiene nelle mangiatoie
Ci
sono alcuni semplici consigli da seguire per ridurre i
rischi di diffusione di patologie tra gli ospiti delle
mangiatoie perché la prevenzione è sempre la migliore
soluzione:
-Usare modelli di mangiatoia facili da pulire e
disinfettare, meglio in plastica; se in legno devono
essere ben costruite, senza fessure o spaccature dove si
possano accumulare vecchio cibo, deiezioni che possono
creare ambienti ideali per i patogeni.
-Usare più mangiatoie per evitare di creare alte
concentrazioni di uccelli sulla stessa mangiatoia
-Se
si alimentano gli uccelli a terra è bene cambiare il
sito di alimentazione periodicamente
-Tenere mangiatoie di riserva da sostituire
periodicamente a quelle in uso, che andranno poi lavate,
pulite e disinfettate adeguatamente.
-Rispettare le regole minime di igiene personale: usare
guanti (meglio se usa e getta) quando si eseguono lavori
nelle mangiatoie e lavare bene le mani alla fine.
-Evitare di posizionare i punti d’acqua sotto le
mangiatoie e i posatoi, ed evitare di posizionare le
mangiatoie sotto i posatoi abituali degli uccelli;
questo è importante per evitare che le deiezioni degli
uccelli finiscano sul cibo o sull’acqua.
-Controllare sempre il cibo per evitare che si accumuli;
se si vede che il cibo non viene consumato ridurre le
dosi ed eliminare il cibo vecchio.
Disinfettanti da utilizzare:
Lisoform o amuchina diluiti. Per una pulizia più
efficiente anche contro i virus si possono usare
prodotti più specifici come il GD90
o il Germocid.
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Altre problematiche legate all’alimentazione artificiale
Maggiori dettagli sugli
aspetti etici e legali dell'alimentazione artificiale
sono forniti nella
sezione etica e
aspetti legali della fotografia.
Vediamone una sintesi:
1) Aspetti sanitari
Gli esempi in
letteratura scientifica sono numerosissimi, riguardano
soprattutto i Mammiferi, ma non solo. Numerosissimi sono
i casi di problemi sanitari legati all’alimentazione
artificiale di Ungulati (tubercolosi bovina, brucellosi,
congiuntiviti etc.) e Carnivori; ci sono però numerosi
studi relativi anche ad altre specie per esempio la
diffusione di salmonellosi, la Tricomoniasi, il Pox
virus e micotossine tra i passeriformi alimentati nelle
mangiatoie artificiali.
Fondamentalmente i
problemi sanitari che si possono avere
nell’alimentazione artificiale della fauna sono di 2
tipi:
a) Origine degli
alimenti
Se i cibi utilizzati non
sono sanitariamente controllati essi possono risultare
dannosi per gli animali provocando malattie o
avvelenamenti ad esempio utilizzando carcasse di
provenienza ignota, o animali uccisi da cacciatori che
possono contenere pallini di piombo all’interno.
b)
Cibi sbagliati o dannosi
Usare cibi non adatti,
contenenti sostanze (per es conservanti, coloranti,
spezie, etc)
che sugli umani non hanno effetti ma possono essere
dannose per i selvatici, oppure alimenti che forniscono
scarso valore nutrizionale sono tutti aspetti
dell’alimentazione artificiale che possono portare a
patologie e fino alla morte dei selvatici. E' importante
dunque utilizzare sempre alimenti naturali e
possibilmente specifici per la fauna selvatica.
2) Disabituazione ad
alimentarsi autonomamente
Una delle maggiori
critiche alle tecniche di alimentazione artificiale
della fauna è basata sul concetto che gli animali
abituati ad avere cibo sempre disponibile possano
disabituarsi ad alimentarsi da soli. Questo aspetto è
ancora da chiarire e sono necessari studi scientifici
mirati, nella maggioranza dei casi l’alimentazione
artificiale non causa dipendenze (ad es. Brittingham, &
Temple, 1992) ma sono comunque noti dei casi di animali
che essendo troppo abituati al cibo artificiale avevano
difficoltà a procacciarsi il cibo autonomamente. Questo
succede soprattutto quando:
-l’alimentazione è
continua e abbondante
- gli esemplari
coinvolti sono giovani soprattutto se la specie
coinvolta è “specialista” e per alimentarsi deve usare
tecniche di caccia o foraggiamento complesse che vanno
apprese in giovane età altrimenti non verranno più
apprese.
-nei mammiferi, i
cuccioli possono imparare dagli adulti a loro volta
abituati, ad alimentarsi sul cibo fornito
artificialmente.
3) Rischio di predazione
Concentrare molti
soggetti artificialmente, come può avvenire
somministrando cibo, può incrementare il rischio di
predazione; questo, ad esempio, accade tipicamente nelle
classiche mangiatoie per Passeriforim dove gli
Sparvieri, soprattutto, imparano facilmente a sfruttare
la situazione per cacciare più facilmente.
4) Incidenti
Anche i casi di
mortalità provocata indirettamente dall’alimentazione
artificiale sono noti in letteratura scientifica; in
alcuni casi, con fonti di cibo posizionate erroneamente
vicino alle strade si è avuto un incremento di incidenti
stradali; sono noti anche numerosissimi casi di
“incidenti” dovuti ad elementi artificiali presenti
nelle mangiatoie (chiodi sporgenti, cavi etc) e le
retine stesse che contengono le palle di grasso e
arachidi vendute commercialmente a volte provocano la
morte o il ferimento di soggetti che possono facilmente
rimanervi impigliati; nel caso delle mangiatoie
artificiali per Passeriformi sono frequenti anche i casi
di impatti con le vetrate delle abitazioni vicine.
6) Influenzare la
dinamica delle popolazioni
Quando gli animali si
concentrano in un’area a causa dell’alimentazione
artificiale possono verificarsi dei cambiamenti nelle
loro dinamiche naturali ad esempio i loro spostamenti
giornalieri o stagionali possono essere modificati, la
densità “artificiale” dei soggetti vicino alla fonte di
cibo artificiale può creare competizione tra gli
individui, con relativi rischi di aggressività e lotte
che possono portare a ferite o morte dei soggetti.
L’alimentazione artificiale di predatori può ridurre la
pressione predatoria sulle prede naturali e quindi
sbilanciare gli equilibri naturali di una comunità
oppure può attrarre altri predatori nell’area. Anche in
questo caso ci sono diversi studi in letteratura
sull’argomento, per esempio Fersterer et Al. (2001)
hanno valutato come le stazioni di alimentazione
artificiale per gli orsi possano influenzarne i
movimenti nel tempo, aumentandone la concentrazione
vicino ai siti di alimentazione e incrementando la
dimensione della popolazione.
7) Problemi dovuti al
periodo errato
Alimentare fauna
selvatica può avere conseguenze negative se fatto nei
periodi sbagliati. Nel caso delle mangiatoie per
Passeriformi, come spesso viene consigliato, è infatti
sbagliato continuare a fornire cibo in Primavera,
soprattutto continuando ad utilizzare i cibi invernali
che sono molto grassi e non adatti alla bella stagione.
Allo stesso modo, per esempio, alimentare nel periodo
riproduttivo con cibi artificiali, che poi verrebbero
utilizzati dagli adulti per imbeccare la prole, può
produrre gravi conseguenze sulla crescita dei pulli.
Inoltre, come si è già detto, alimentare artificialmente
nei periodi in cui io giovani, sia di Mammiferi che di
Uccelli sono alle prime esperienze potrebbe indurli a
disabituarsi o non imparare ad alimentarsi
autonomamente.
Regole di base per un corretto utilizzo
delle tecniche di alimentazione artificiale:
1) Usare cibi adatti
-utilizzare solo cibo naturale o cibo
specifico per animali (come i vari pastoni per
insettivori, impasti di strutto e arachidi per
mangiatoie etc).
-utilizzare alimenti adatti alla specie
target
-Nel caso di carnivori utilizzare solo
carne non elaborata quindi evitare insaccati, salumi,
wurstel etc (esistono appositi rivenditori di cibo
surgelato per rapaci come quaglie, topi, ratti etc).
-Controllare sempre la provenienza sicura
dal punto di vista sanitario dei cibi che si utilizzano.
-Non utilizzare animali trovati morti per
le strade perché potrebbero trasportare patogeni
-Non utilizzare animali trovati morti in
giro (potrebbero contenere pallini da caccia che sono
altamente velenosi o potrebbero essere morti per
malattia).
-Non usare pane o biscotti secchi, questi
alimenti danno agli uccelli un senso di sazietà ma non
forniscono sufficiente energia per superare le fredde
notti invernali, portandoli facilmente alla morte.
-Non usare prede vive, in Italia questo
è illegale (Art. 544 ter del Codice Penale); l’unica
eccezione è per gli invertebrati (camole o tarme della
farina/miele, lombrichi, blatte, caimani etc).
2) Igiene
-Utilizzare supporti per il cibo che
siano facilmente pulibili.
-Se si fissa il cibo su posatoi in legno,
cambiare i posatoi periodicamente con altri nuovi
-Pulire e disinfettare periodicamente i
supporti per il cibo e le mangiatoie
-Non concentrare troppo cibo e
soprattutto troppe tipologie di cibi diversi in un unico
punto
-Rimuovere periodicamente il cibo rimasto
ed andato a male.
-Cambiare spesso la posizione dove si
fornisce cibo artificiale
-Conservare correttamente il cibo che
viene poi fornito ai selvatici. Ad esempio i cibi a base
di semi vanno conservati in luoghi asciutti e privi di
umidità, impedendo l’accesso ai topi ed altri roditori;
la carne congelata non deve essere tenuta oltre i 3 mesi
nel congelatore.
-non utilizzare grandi quantità di cibo
che possono accumularsi; razionare il cibo in modo tale
che venga consumato tutto in 1-2 giorni al massimo
3) Quantità
-Non attrarre grandi numeri di soggetti,
questo a scopo fotografico è anche controproducente. Le
quantità di cibo fornito dovrebbero esempre essere
ridotte al minimo, quanto basta per attrarre un solo
soggetto o pochi esemplari, in base alla specie (tecnica
del “Low Density Feeding”; Sorensen et al., 2014).
Questo previene molti problemi dal punto di vista
sanitario e non solo (evita aggressività tra i soggetti,
riduce la probabilità di predazione dei soggetti etc).
-A parte alcune eccezioni (Passeriformi
nelle mangiatoie classiche) è importante non fornire
eccessive quantità di cibo agli animali, così da non
abituarli troppo al cibo artificiale e costringerli
comunque a procacciarsi il resto del cibo autonomamente.
Se ad esempio si sta pasturando una Poiana, basta usare
solo un’ala di pollo ogni 2-3 giorni così da costringere
il rapace a cacciare autonomamente e non abituarsi
troppo al cibo fornito artificialmente.
4) Frequenza e periodi
-L’alimentazione artificiale andrebbe
utilizzata solo durante l’inverno, a prescindere dalla
specie; questo vale sia per i piccoli passeriformi delle
mangiatoie sia per i rapaci, notturni o diurni, sia per
i Mammiferi; alimentare artificialmente in altri periodi
potrebbe portare dei problemi per esempio: una
supplementazione artificiale di cibo prolungata può
disabituare gli adulti a procacciarsi il cibo da soli,
il cibo fornito artificialmente d’inverno non è adatto
ai periodi più caldi (per esempio nel caso di grasso,
strutto, arachidi tipicamente utilizzati per i
Passeriformi, i quali, anche se granivori, in
primavera/estate consumano grandi quantità di insetti),
gli adulti potrebbero usare il cibo artificiale per
alimentare i pulli o i giovani e questo può avere
conseguenze negative per esempio per la loro crescita, i
giovani potrebbero abituarsi ad alimentarsi sulle fonti
artificiali di cibo e non apprendere le necessarie
tecniche per procacciarsi il cibo autonomamente.
-Anche nei periodi in cui si alimenta
artificialmente, a parte alcune eccezioni (ad esempio i
piccoli passeriformi nelle classiche mangiatoie in
giardino), non bisognerebbe fornire cibo in modo troppo
costante proprio per non abituare troppo i soggetti ad
avere cibo facile. Come si diceva ci sono delle
eccezioni ad esempio i Passeriformi solitamente
alimentati con le classiche mangiatoie in inverno; in
questo caso è importante mantenere la fornitura di cibo
costante e quotidianamente una volta che si inizia.
-Non alimentare gli animali selvatici
dalle proprie mani per evitare di rendere i soggetti
troppo confidenti con l’uomo. Quando si usa la tecnica
dell’alimentazione artificiale non si deve dar modo ai
soggetti di associare il cibo con l’essere umano e per
questo motivo bisogna posizionare il cibo quando i
soggetti non sono presenti e rimanere sempre nascosti
nei capanni.
5) Strutture e localizzazione
-Usare strutture adeguate per evitare
qualsiasi tipo di incidente (retine o fili che possono
far impigliare gli uccelli, fil di ferro o chiodi/viti
acuminati che possono ferire gli animali etc).
-Evitare di pasturare animali in luoghi
antropizzati, vicino ad abitazioni e strade. Preferire
sempre location molto distanti da qualsiasi attività
umana e in zone con dove la caccia è vietata. Nel caso
di mangiatoie per passeriformi evitare di porle vicino a
finestre o vetrate di altro genere e in caso utilizzare
gli appositi adesivi per ridurre la probabilità di
impatto sulle vetrate.
Bibliografia
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winter bird feeding promote dependency? Journal of Field
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Medicine 113: 356-363
Attirando avifauna nel
proprio giardino bisogna stare attentissimi ai
predatori; è normale che la presenza di piccoli uccelli
attiri dei rapaci come lo Sparviere o il Gheppio, ma in
questo caso è tutto secondo natura; la situazione è
invece differente se avete dei gatti domestici, o se ci
sono dei gatti domestici che girano nel vostro giardino
dalle case vicine; in questo caso bisognerà evitare che
essi possano predare gli ospiti delle mangiatoie; per
questo vanno tenuti in casa soprattutto durante il
giorno, inoltre le mangiatoie vanno collocate su alberi
o su appositi pali, fissando dei dissuasori a imbuto
rovesciato lungo il tronco per evitare che i gatti
possano salire e fare strage.
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Anche se è inverno spesso il cibo utilizzato nelle
mangiatoie può provocare sete, è quindi necessario
tenere sempre una fonte d'acqua per gli ospiti; un
semplice sottovaso con 2 dita di acqua è l'ideale anche
perché consente agli uccelli di fare il bagno; la fonte
di acqua è ancora più utile e necessaria per tutto il
periodo successivo, dalla primavera all'autunno
soprattutto nella stagione calda;
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Durante l'inverno quando l'acqua
gela è fondamentale sempre
fornire acqua liquida per gli
uccelli; nella foto una Capinera
(Sylvia atricapilla)
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Perché in primavera e soprattutto in estate gli uccelli
scompaiono dal giardino?
Molti passeriformi
durante l’inverno si spostano dalle quote maggiori fino
in pianura questo succede per esempio con il Pettirosso
ma anche lo Scricciolo e diversi Fringillidi come il
Frosone, la Peppola, il Lucherino; con l’arrivo della
primavera questi uccelli tornano nei loro habitat a
quote superiori per riprodursi e per questo motivo non
li vedremo più nelle mangiatoie. Nel giardino in
primavera comunque rimangono presenti molte altre specie
come ad esempio la Cinciarella, la Cinciallegra, il
Verdone, il Cardellino etc. e possono essere presenti
anche specie migratrici come ad esempio il Codirosso
comune. In estate, terminato il periodo riproduttivo,
però, anche queste specie sembrano scomparire; in realtà
non sono scomparse semplicemente restano meno visibili,
riducono le loro vocalizzazioni perché non hanno più
bisogno di difendere i territori e stanno più nascoste
per proteggersi dal caldo o per terminare la muta.
Ricordate che in estate comunque è utilissimo fornire
acqua agli animali e i punti d’acqua offrono ottime
possibilità di continuare a osservare gli ospiti del
giardino mentre bevono o fanno il bagno.
Sintesi delle
regole di base per un corretto uso delle
mangiatoie artificiali
-Alimentare solo d’inverno, iniziare in
ottobre/novembre e smettere, gradualmente in
aprile (tra la primavera e l’autunno non
serve alimentare gli uccelli selvatici e,
anzi, può provocare loro diversi problemi)
-Fornire diverse tipologie di cibo così
da poter aiutare/attirare diverse specie; i
cibi principali da utilizzare sono: semi di
girasole, palle di arachidi e strutto,
pastone da insettivori, melograno, cachi e
se possibile camole (tarme) della farina
vive.
-Usare cibi e alimenti sani, freschi e
privi di patogeni; ove possibile usare cibi
specifici per gli uccelli.
-Una volta che si è iniziato bisogna
fornire cibo regolarmente e non interrompere
mai, soprattutto in caso di gelo o neve
-Riempite le mangiatoie di cibo la sera
così al mattino presto gli uccelli
troveranno già di cosa alimentarsi.
-Fornire anche acqua liquida,
soprattutto d’inverno quando può gelare
-Curare l’igiene delle mangiatoie
(pulirle regolarmente, non creare accumuli
di cibo, non posizionarle sotto i posatoi)
-Meglio non fornire pane e briciole;
preferire cibi grassi (semi di girasole,
arachidi, strutto)
-Non usare cibi conditi, arachidi o
altra frutta secca salata, preferire se
possibile cibi specificamente venduti per
gli uccelli.
-Fare attenzione ai predatori; se ci
sono gatti in giro posizionare le mangiatoie
in alto e usare gli appositi dissuasori per
evitare che i gatti possano arrampicarsi
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