I sensori fotografici usati nelle fototrappole compatte sono
generalmente molto piccoli e con conseguente scarsa
sensibilità luminosa. Generalmente sono più piccoli di
1/2,7’’ e già trappole con sensori da 1/2,7’’ sono molto
rare.
Spesso i produttori dichiarano molti più megapixel di quelli
reali, poichè il software della fototrappola interpola
le foto ingrandendole artificialmente. Fototrappole che
realizzano video in Full-HD (1920 x 1080 pixel) hanno un
sensore da 2 Megapixel reali (quando anche questi non
sono interpolati, cosa che avviene nei modelli più
economici...) ma spesso dichiarano foto da 8 o 12 o
addirittura 20 Megapixel; come è facile capire, se il
sensore ha solo 2 Mpx reali, le foto da 8 o più Mpx sono
interpolate cioè artificialmente ingrandite dal software
della trappola senza aggiungere nuovo dettaglio
all'immagine.
Dipende dalla dimensione della lente utilizzata, normalmente
si usano lenti piuttosto piccole dunque la luminosità
non è mai particolarmente elevata. Si misura con la F
tipicamente usata per gli obiettivi fotografici ma
raramente i produttori forniscono nelle caratteristiche
tecniche delle trappole questa informazione. Più è
piccolo il valore della F (ad esempio F 1,8) maggiore
sarà la luminosità dell'ottica.
Non esistono fototrappole con autofocus come nelle moderne
fotocamere digitali, primo perché se la fototrappola
deve scattare immediatamente non può impiegare tempo per
la messa a fuoco e secondo perché di notte la
fototrappola avrebbe problemi a mettere a fuoco. Il
fuoco nelle lenti delle fototrappole è fisso, e non può
neanche essere regolato; trattandosi di lenti
grandangolari (più o meno grandangolari in base al loro
angolo di campo) e trattandosi di sensori molto piccoli,
il fuoco fisso delle fototrappole ha una elevata
profondità di campo dove quindi tutto è a fuoco, a
partire da una distanza minima. Generalmente la distanza
minima di messa a fuoco delle fototrappole è di circa
1,5-2 metri, questo vuol dire che tutto ciò che si trova
da 1,5-2 metri di distanza dalla fototrappola fino
all’infinito sarà a fuoco, mentre tutto ciò che si trova
più vicino di 1,5-2 metri non sarà a fuoco.
Si misura in gradi e indica quanto spazio inquadra l’obiettivo
ad una data distanza. È un parametro molto importante
nella scelta di una fototrappola; in genere le
fototrappole hanno angoli di campo di circa 50-60° il
che vuol dire che a 2 metri di distanza il campo
inquadrato è di circa 2 metri, mentre a 6 metri di
distanza il campo inquadrato è di 6 metri. Diversi
modelli di fototrappole hanno però ottiche
grandangolari, con angoli di campo di 100-110°, in
questo caso quindi il campo inquadrato è il doppio. Le
ottiche grandangolari hanno il vantaggio di poter
inquadrare dunque una superficie maggiore ma gli
animali, a parità di distanza, risulteranno più piccoli
nell’immagine.
Purtroppo misurare in modo preciso e matematico la qualità di
un'ottica è molto complesso e non troverete mai questo
tipo di informazione tra le caratteristiche tecniche di
una fototrappola; nella realtà però bisogna ammettere
che ci sono fototrappole e fototrappole, i modelli più
economici hanno ottiche non di altissima qualità mentre
i modelli più costosi, di solito, hanno ottiche con
qualità migliore. Fisicamente la qualità dell'ottica
dipende principalmente dal materiale con cui è
realizzata; nella maggior parte dei casi le ottiche
delle fototrappole compatte sono in plastica e non in
vetro ma anche con questo materiale ci possono essere
delle differenze sostanziali tra un'ottica realizzata
con plastica di scarsa qualità e un'ottica realizzata
con plastica di qualità maggiore.
Si stanno diffondendo sempre di più modelli di fototrappole
che possiedono una doppia ottica, una per foto/video
diurni e una per foto/video notturni. I vantaggi di
questi sistemi sono due: avere una migliore qualità ed
evitare il rumore provocato dallo switcher-IR che
potrebbe spaventare gli animali.
Tutti i sensori fotografici digitali (fotocamere, videocamere,
smartphone etc) sono in grado di percepire la radiazione
IR e UV; questo però provoca una perdita di naturalità
dei colori delle foto e per questo ogni sensore è dotato
di un filtro detto IR-CUT (o IR-UV-CUT) che impedisce
l’entrata delle radiazioni IR e UV nel sensore,
restituendo così immagini a colori naturali. Un sensore
dotato del filtro IR-Cut dunque non è più in grado di
“vedere” la radiazione IR. I sensori fotografici delle
fototrappole hanno un filtro IR-UV-Cut mobile attraverso
un meccanismo elettromagnetico detto “switcher” che è
collegato a un sensore crepuscolare: durante il giorno,
quando la luminosità è elevata, lo switcher tiene il
filtro IR-UV-Cut abbassato sul sensore così da poter
catturare foto a colori naturali, quando la luminosità
scende sotto un certo livello, il sensore crepuscolare
invia un comando allo switcher per alzare il filtro
IR-UV-Cut da davanti al sensore così che esso possa
percepire anche la radiazione infrarossa, sia naturale
(al crepuscolo o all’alba) sia quella prodotta dagli
illuminatori IR di cui le fototrappole sono dotate; in
questo modo la fototrappola può catturare foto e video
notturni all’infrarosso (e quindi in bianco e nero o
comunque monocromatici) senza disturbare gli animali. Lo
switcher elettromeccanico produce un rumore, un “tac”
due volte al giorno: all’alba quando si abbassa e
all’imbrunire quando si abbassa; questo rumore può
spaventare un animale eventualmente presente davanti
alla trappola in quel momento.
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