Il sensore è il
componente più importante di una fototrappola o
videotrappola: il suo compito è quello di individuare la
presenza o il passaggio di un animale e inviare un
impulso che fa scattare la fotocamera o fa iniziare la
registrazione di un video.
Esistono diversi tipi di
sensori utilizzati nel fototrappolaggio e nella
fotografia Hi-Speed; quelli principali sono sensori all'Infrarosso, attivi o
passivi, i sensori meccanici e i sensori Motion
Detection (MD); si possono usare anche sensori acustici
o radar o a ultrasuoni ma il loro uso è molto più limitato.
Prima di descrivere le
tipologie principali di sensori è bene soffermarsi per
dare qualche dettaglio sull'Infrarosso ; il termine
Infrarosso infatti verrà usato spesse volte in questo
manuale non solo parlando di sensori ma anche per gli
illuminatori notturni.
La radiazione infrarossa
è una radiazione elettromagnetica che ha una banda di
frequenza nello spettro elettormagnetico inferiore a
quella della luce visibile ma maggiore di quella delle
onde radio; la sua lunghezza d'onda va dai 700 nm a 1
mm. Il termine infrarosso deriva dal latino e vuol dire
"sotto il rosso" perché il rosso è il colore visibile
con la frequenza più bassa. L'occhio umano è in grado di
vedere la luce visibile che arriva ad una lunghezza di
banda di 700 nm, l'infrarosso parte da poco sopra questa
banda e dunque non è visibile all'occhio umano o
animale. Nel fototrappolaggio si parlerà spesso di
infrarosso attivo o passivo (infrarosso termico) per
quanto riguarda i sensori mentre si parlerà di
infrarosso visibile (850 nm) o invisibile (940 nm) per
quanto riguarda gli illuminatori all'Infrarosso che
vengono usati soprattutto nel videotrappolaggio.
Cerchiamo dunque di capire meglio questi termini:
E' una radiazione
Infrarossa che va dai 0,75 µm a 1,4 µm (detta anche NIR),
è ad esempio quella prodotta dai telecomandi delle tv.
E' una radiazione piuttosto vicina alla luce visibile,
infatti anche se l'occhio umano non riesce la luce
prodotta da un illuminatore o un led all'infrarosso, può
comunque vedere l'illuminatore o il led acceso. Questo
succede con l'infrarosso così detto "visibile" (850 nm);
esistono anche illuminatori all'Infrarosso attivo
"invisibile" (940 nm) in questo caso l'occhio umano non
riesce a vedere ne' la luce prodotta ne' l'illuminatore
acceso.
L'infrarosso attivo viene
usato nel fototrappolaggio in due situazioni:
1) Sensori attivi:
barriere all'infrarosso o fotocellule
2) Illuminatori
all'infrarosso (visibile o invisibile) per i video
notturni
Infrarosso passivo
(detto anche infrarosso lontano o infrarosso termico)
E' una radiazione
Infrarossa che va da 15 µm a 1000 µm (1 mm) ed è detta
anche FIR. E' associato alla temperatura poichè ogni
oggetto con temperatura superiore allo zero assoluto
emette spontaneamente radiazione in questa banda;
secondo la legge di Wien inoltre aumentando la
temperatura il picco di emissione di infrarosso si
sposta sempre più verso il visibile fin quando l'oggetto
non diventa incandescente.
Nel fototrappolaggio
l'infrarosso passivo o termico viene usato per una sola
applicazione e cioè i sensori passivi detti PIR (Passive
Infra Red).
Un
sensore a infrarosso attivo è costituito da un
trasmettitore che emette un sottile raggio di luce
infrarossa (come nei telecomandi delle tv) e da un
ricevitore. Se trasmettitore e ricevitore sono separati
si parla di barriera infrarossa (o barriera IR), se sono
collocati vicini su uno stesso apparato si parla di
sensore a riflessione. Mentre in una barriera infrarossa
l'interruzione del raggio tra trasmettitore e ricevitore
fornisce l'input per far scattare la fototrappola, nel
sensore a riflessione è il "ritorno" verso il ricevitore
della luce infrarossa emessa dal trasmettitore e
riflessa dal soggetto che fa scattare il sistema. I
sensori attivi all'infrarosso hanno un consumo
energetico superiore ai sensori passivi che vedremo dopo
e sono dunque meno adatti al fototrappolaggio remoto
dove è necessario massimizzare l'autonomia. Essendo il
fascio di luce IR molto sottile hanno un campo d'azione
molto ristretto e dunque hanno elevata precisione, per
questo motivo sono i preferiti nella fotografia Hi-Speed.
Barriera
IR
Sensore IR
a riflessione
Come
funziona un sensore IR a riflessione
In commercio esistono
pochi prodotti specifici per la fotografia, nella
maggioranza dei casi, se si è esperti, si modificano
sensori usati per gli allarmi adattandoli alle
fotocamere. Se non avete possibilità di modificare un
sensore potete acquistare dei trigger appositamente
realizzati per la fotografia come il
Pluto Trigger o i
sistemi
Cactus che funzionano
come barriera Laser (non in infrarosso) ma sono
altrettanto validi.
Un sensore ad infrarossi passivo (PIR, Passive InfraRed
detto anche sensore piroelettrico) è un sensore che
riesce a percepire i raggi infrarossi irradiati dagli
oggetti per effetto della temperatura stessa degli
oggetti (InfraRosso Lontano o Termico). O meglio, un PIR
identifica nel suo campo d'azione (angolo di copertura)
le differenze termiche che possono verificarsi in ogni
momento rispetto alla temperatura che il PIR aveva
memorizzato come normale/media quando è stato acceso.
Tutti gli oggetti con temperatura superiore allo zero
assoluto, infatti, emettono energia sottoforma di radiazione IR,
che è invisibile all'occhio umano a meno che la
temperatura non sia molto elevata (incandescenza).
Dunque quando passa un animale che ha una certa
temperatura più alta (o anche più bassa!) rispetto alla
temperatura media registrata dal PIR, si crea una
differenza termica che verrà individuata dal sensore. La soglia può
essere, in alcuni sensori, modificata dalle impostazioni
(sensibilità).
In genere i sensori PIR usati in fototrappolaggio
hanno una distanza di rilevamento di 10-15 metri e un
campo d'azione di forma conica che può arrivare fino a
300 gradi; si tratta dunque di sensori meno "precisi"
rispetto a quelli attivi visti in precedenza. Il consumo
energetico di un sensore PIR è molto basso proprio
perché si tratta di un sensore passivo e ciò rende i
sensori PIR particolarmente adatti per il
fototrappolaggio remoto dove si deve massimizzare
l'autonomia energetica.
Sensor PIR
(Infrarosso Passivo)
Angolo di
campo visto di lato e dall'alto di un
sensore PIR
Come per i sensori attivi
in commercio è difficile trovare sensori PIR specifici
per la fotografia, tra i pochi prodotti fotografici in
commercio il
Pluto Triggerè un ottima soluzione
perchè oltre a tutta una serie dei altre funzioni e
sensori include anche un sensore passivo PIR.
Esistono diverse categorie di sensori meccanici che
possono funzionare sulla base di diversi principi
fisici. Il più semplice è il contatto diretto tra due
poli fissati a due piastre; altri tipi di sensori
meccanici funzionano a vibrazione (per esempio quelli
usati per allarmare le finestre). I sensori meccanici
hanno un consumo energetico nullo proprio perché
funzionano meccanicamente mentre il loro campo d'azione
è variabile in base alla configurazione; se per esempio
si fissa un
sensore a vibrazione su della rete metallica
di 30x40 cm il campo d'azione sarà appunto di 30x40 cm,
mentre se si fissa il sensore a vibrazione su un
posatoio il sensore provocherà lo scatto solo quando un
uccello si poggia sul posatoio.
Sensore a
vibrazione: tipicamente usato negli allarmi
su porte e finestre
Il
termine Motion Detection è molto generico e in teoria
indicherebbe ogni tipo di sensore in grado di
individuare i movimenti come ad esempio i PIR. In realtà il termine Motion Detection
(MD) è usato per indicare una particolare categoria di
sensori, che esistono sia in versione analogica che
digitale e che letteralmente consentono di individuare
il movimento analizzando un'immagine video. I sensori MD analogici hanno quindi una entrata video analogica
(in genere VGA) attraverso cui possono essere collegati
ad una qualsiasi videocamera; il circuito interno
analizza il flusso video analogico individuando le
variazioni del segnale video che indicano il
passaggio di una persona o un animale nell'area
inquadrata dalla videocamera. I sensori MD digitali
fanno lo stesso lavoro analizzando però un segnale
digitale (i pixel dei fotogrammi) e rilevando i
cambiamenti di luminosità dei pixel tra un fotogramma e l'altro.
I sensori MD digitali sono i più comuni (ormai è
difficile trovare in commercio sistemi MD analogici) e
si trovano in alcune Action Cam ma possono essere
implementati anche su alcuni modelli di fotocamere
compatte o Reflex usando appositi firmware alternativi di
terze parti (Magic Lantern o CHDK). Il campo d'azione di
un sensore MD dipende dal campo inquadrato e il consumo
energetico è molto elevato poiché il processore della
camera deve continuamente confrontare i fotogrammi per
individuare il movimento (in genere su una fotocamera
compatta o un'Action Cam l'autonomia, una volta attivata
la modalità Motion Detection, è di circa 1-2 ore).
Il principale vantaggio dei sensori MD è
quello di poter coprire aree anche remote, senza bisogno
di posizionare fisicamente un sensore; per esempio si
può puntare un nido di Aquila reale a 300 metri di
distanza e far scattare automaticamente una fotocamera
quando si verifica un movimento nel nido, per esempio
all'arrivo di un adulto con la preda. Essendo inoltre
integrati all'interno del software di alcune Action Cam
o fotocamere, i sistemi Motion Detection sono molto
utili perché consentono di avere una fototrappola
"temporanea" sempre con se.
Il Trap-Focus è
paragonabile per certi versi ad un sensore MD e si può
attivare solo su alcune fotocamere dal menu originale
oppure tramite firmware alternativi come il Magic
Lantern. In poche parole si deve impostare sulla
fotocamera, andando sul menù relativo all'autofocus,
l'opzione dello "scatto solo se a fuoco", in questo modo
la fotocamera scatterà solo se arriverà un soggetto in
corrispondenza di uno dei punto di autofocus; ovviamente
per ottenere un sistema di scatto automatico sarà
necessario usare un
telecomando dotato di blocco dello scatto
(tipicamente usato per il bulb). Facciamo un esempio per
capire meglio: immaginiamo un posatoio, un ramo che esce
dall'acqua, distante dal nostro appostamento e non
raggiungibile se non immergendosi in acqua, questo ramo
è utilizzato da diverse specie di uccelli, per esempio
dal Martin pescatore; se vogliamo che la nostra
fotocamera scatti automaticamente appena un soggetto
arriva sul posatoio impostiamo nel menù lo "scatto solo
se a fuoco", impostiamo solo il punto autofocus centrale
o il punto centrale esteso, impostiamo la messa a fuoco
della fotocamera in manuale (MF), fuocheggiamo
manualmente sul posatoio, quindi alziamo l'inquadratura,
in modo tale che il punto centrale si trovi sopra il
posatoio, colleghiamo un telecomando con blocco di
scatto e blocchiamo lo scatto; in poche parole è come se
avessimo il dito premuto sul pulsante di scatto della
fotocamera che però non scatterà perchè in
corrispondenza del punto di autofocus non c'è alcun
soggetto e dunque il punto autofocus non si attiva; non
appena il soggetto arriverà sul posatoio il punto
autofocus si attiverà e la fotocamera scatterà
automaticamente. Il Trap-focus consuma rapidamente la
batteria delle fotocamera (perchè il processore
dell'autofocus è sempre attivo), più o meno come il
Motion-Detection e funziona in maniera simile, è comodo
da usare se la vostra fotocamera non ha la funzione
Motion Detection.
Sono generalmente
utilizzati per fotografare i fulmini, e non sono adatti
alla fotografia di animali. I sensori di luminosità
possono essere via software (ad esempio con firmware
alternativi come Magic Lantern o CHDK) oppure fisici,
come per esempio nel
Pluto Trigger o nel
Micnova o nel
Miops Smart Trigger.
Anche in questo caso si
tratta di sensori non adatti alla fotografia di animali,
sono utilizzati principalmente per la fotografia delle
gocce d'acqua o di palloncini che esplodono; possono
essere via software (ad esempio con firmware alternativi
come Magic Lantern o CHDK) oppure fisici, come per
esempio nel
Pluto Trigger o nel
Micnova o nel
Miops Smart Trigger.
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