Sono particolarmente
utili, se del tipo a 940 Nm (invisibili) in abbinamento
a fototrappole con illuminatore invisibile; è risaputo
infatti che gli infrarossi invisibili producono meno
luce rispetto all’infrarosso classico (850 Nm) e dunque
l’uso di illuminatori esterni può migliorare
notevolmente la qualità dell’immagine notturna. La
stessa esigenza si può avere con fototrappole che hanno
illuminatori piccoli o comunque poco potenti.
Contenitori in acciaio
che possono richiudere al loro interno la fototrappola e
consentono poi di fissarla con lucchetti o catene a
grossi alberi o altri tipi di supporti, possono essere
molto utili in quelle situazioni in cui la probabilità
di furto è elevata. Spesso però questi contenitori
arrivano a costare quasi quanto la fototrappola stessa
(se di un modello economico) dunque sono consigliabili
solo con le fototrappole più costose.
Molte fototrappole sono
dotate di fori appositi per far passare dei lucchetti
appositi al fine di fissarle in maniera sicura sui
tronchi o altri supporti.
Solo pochi modelli di
fototrappole hanno la possibilità di essere dotate di
tettucci parapioggia commerciali; un tettuccio
parapioggia aiuta moltissimo a proteggere da pioggia
battente e duratura e soprattutto impedisce la
formazione di condensa esterna davanti all’obiettivo.
Un jack per
l’alimentazione esterna è presente in quasi tutti i
modelli di fototrappole commerciali. Solitamente la
maggior parte dei modelli lavora con alimentazione
esterna da 6 V ma esistono anche modelli che lavorano a
12 V. Oltre alle batterie esterne (per ogni trappola è
bene averne 2, così da avere sempre la batteria di
riserva da sostituire quando si scarica la batteria che
si sta utilizzando) è utile acquistare anche il relativo
caricatore. Le batterie esterne al piombo forniscono una
quantità di energia notevole e possono tranquillamente
triplicare l’autonomia della fototrappola; presentano
però uno svantaggio: sono molto pesanti da trasportare!
Se si hanno molte fototrappole in un determinato
territorio si rischia di dover portare con se una decina
di kg di peso solo per le batterie al piombo.
Sul mercato le batterie
al piombo sono facilissime da reperire, e ne esistono
molti modelli anche piuttosto economici; è sconsigliato
però acquistare batterie troppo economiche perché spesso
queste hanno pochi cicli di ricarica e nel giro di pochi
mesi risulteranno già inutilizzabili.
I pannelli solari
lavorano in abbinamento a una batteria esterna al piombo
o direttamente collegati alla fototrappola. In teoria il
loro uso consentirebbe di avere un’autonomia quasi
infinita ma in pratica non è così. I pannelli solari per
poter fornire sufficiente energia da ricaricare anche
solo di una piccola percentuale al giorno le batterie
della fototrappola devono essere molto grandi. Un
piccolo pannellino da 20x10 cm ad esempio non è in grado
di caricare sufficientemente le batterie soprattutto se
non è ben illuminato dal sole per molte ore al giorno.
Altro svantaggio nell’uso dei pannelli solari, appunto,
è la loro collocazione: se si posiziona la fototrappola
nel bosco sarà necessario montare il panello solare in
cima ad un albero per poter fare in modo che esso venga
raggiunto sufficientemente dai raggi solari.
Oltre alle cinghie che
vengono comunemente fornite con le fototrappole esistono
altri tipi di supporti alcuni dei quali molto
interessanti e utili perché consentono di fissare una
fototrappola con più facilità e di orientarla
rapidamente e precisamente nel punto di interesse.
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