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Manuale di fotografia naturalistica

Scelta e acquisto dell'attrezzatura

 

 

Gli obiettivi

 

Introduzione

Le fotocamere Reflex e, ultimamente, anche le Mirrorless, sono caratterizzate dalla possibilità di poter cambiare gli obiettivi. I parametri che possono descrivere e caratterizzare un obiettivo non sono molti e verranno elencati e descritti di seguito.

 

Lunghezza focale  

La lunghezza focale è la caratteristica principale che distingue un obiettivo da un altro, e come si è già detto si misura in mm; si tende a considerare come termine di paragone che l'occhio umano corrisponde circa ad un 50 mm di lunghezza focale (rispetto ad un classico sensore Full-Frame da 35 mm). Dunque tutti gli obiettivi con lunghezza focale inferiore ai 50 mm sono considerati grandangoli più o meno spinti fino al Fish-Eye, essi dunque forniscono un angolo di campo più ampio rispetto all'occhio umano; via via che si superano i 50 mm si entra nel campo dei tele, obiettivi che offrono un angolo di campo più stretto rispetto all'occhio umano e dunque offrono un fattore di moltiplicazione; un obiettivo da 100 mm per esempio fornisce un ingrandimento doppio rispetto all'occhio umano.

 

Angolo di campo 

L'angolo di campo è la porzione di spazio visibile attraverso le lenti dell'obiettivo e si misura in gradi. L'occhio umano ha un angolo di campo di circa 46° che su un sensore Full-Frame (che non ha un fattore di moltiplicazione) corrisponde a 50 mm; ovviamente nei sensori più piccoli si ottiene lo stesso angolo di campo di 46° con lunghezze focali minori per esempio su un sensore APS-C che con un fattore di moltiplicazione di 1,5x, un obiettivo da 35 mm diventa un 52 mm con un angolo di circa 46,5.

 

 

Illustrazione delle diverse lunghezze focali e relativi angoli di campo: un 8 mm ha un angolo di campo di 180° per esempio mentre un 400 mm ha un angolo di campo ben più stretto, di soli 6°. 

 

Apertura massima

L'apertura massima di un obiettivo fotografico corrisponde alla massima apertura ottenibile col diaframma; per esempio un obiettivo con apertura f 2.8 potrà potrà gestire aperture del diaframma che vanno da F 2.8 (più luminosa) a F 22 o oltre in base al modello della fotocamera che si sta usando. L'apertura massima di un obiettivo è pari alla lunghezza focale suddivisa per il diametro massimo del diaframma dell'obiettivo stesso. Obiettivi con apertura massima molto ampia hanno altrettanto ampie lenti frontali, soprattutto all'aumentare dei mm di lunghezza focale. Ovviamente gli obiettivi con apertura massima più ampia sono anche i più luminosi: un 300 mm F2.8 è il doppio più luminoso di un 300 mm F 4. La maggiore apertura massima inoltre consente maggiore sfocatura, con profondità di campo molto ridotta.

 

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Obiettivi fissi e zoom

Obiettivi che hanno una singola lunghezza focale sono detti fissi, per esempio un 15 mm, un 50 mm, o un 300 mm. Ci sono anche obiettivi dove è possibile variare la lunghezza focale, questi sono detti "obiettivi zoom" per esempio un 70-200 mm o un 100-400 mm o un 10-20 mm. La possibilità di variare la lunghezza focale dipende da un sistema meccanico che attraverso una ghiera o un sistema a pompa muove delle lenti interne allontanandole (lunghezza focale maggiore) o avvicinandole (lunghezza focale minore). La variazione di lunghezza focale di un obiettivo zoom è detta "Escursione focale".

A parità di lente frontale, alle diverse lunghezze focali raggiungibili dall'obiettivo corrisponde una diversa apertura massima; gli obiettivi zoom hanno quindi due valori F, uno minore corrispondente alla lunghezza focale minima raggiungibile dall'obiettivo, e uno maggiore corrispondente alla lunghezza focale massima raggiungibile per esempio il Canon 100-400 mm ha F3.5 - F 5.6, questo indica che a 100 mm l'apertura massima è F 3.5 mentre a 400 mm cioè alla lunghezza focale maggiore ha una apertura massima F 5.6. Alcuni obiettivi hanno invece apertura fissa come per esempio un 70-200 F4.

A volte, nelle fotocamere o videocamere con obiettivi integrati, soprattutto nelle compatte e Bridge o nelle videocamere, l'escursione degli obiettivi zoom di cui sono dotate viene indicata con un valore numerico seguito dal simbolo "x", per esempio 10x ma bisogna stare attenti a questo valore, un valore 10x non indica che quella fotocamera è dotata di un obiettivo che ingrandisce 10 volte rispetto all'occhio umano, ma indica che l'escursione della lunghezza focale dell'obiettivo zoom di cui è dotata è pari a dieci volte, per esempio una fotocamera con obiettivo 10x avrà uno zoom che va dai 20 ai 200 mm (200/20=10) ma 200 mm sono solo circa 4 ingrandimenti rispetto all'occhio umano e non 10.

In genere gli obiettivi più economici sono di tipo zoom anche se negli ultimi anni sono stati introdotti obiettivi zoom di altissima qualità; per questo si tende generalmente a dire che la qualità degli obiettivi fissi è migliore, ma con le nuove tecnologie questo concetto sta ormai svanendo.  Indubbiamente la presenza di più lenti che permettono di raggiungere una certa escursione focale può degradare la qualità finale dell'immagine di un obiettivo zoom e ciò avviene soprattutto in obiettivi zoom che hanno escursione focale estremamente ampia (che generalmente sono quelli più economici) per esempio un 18-250 mm; obiettivi zoom di alta qualità e con escursione focale breve per esempio un 200-400 o un 100-400 possono avere qualità estremamente elevata e paragonabile a obiettivi fissi.

 

 

Nitidezza delle lenti

La nitidezza è una delle caratteristiche più importanti di un obiettivo. In genere la nitidezza maggiore si ha chiudendo leggermente il diaframma, solo gli obiettivi di altissima qualità offrono un'ottima nitidezza anche  al diaframma più aperto (apertura massima dell'obiettivo). Chiudendo il diaframma di 1-2 stop la nitidezza migliora perchè al sensore arriva l'immagine che passa solo dalla parte centrale delle lenti dell'obiettivo che è la migliore; ovviamente il diaframma non va chiuso troppo altrimenti si ricade negli effetti negativi della diffrazione. Se volete dunque valutare la qualità di un obiettivo, fate scatti di prova ai diversi diaframmi, partendo dall'apertura massima e valutate la nitidezza in ogni scatto, se questa è elevata anche al diaframma più aperto ciò indica che l'obiettivo è di ottima qualità. In genere non è fondamentale avere la massima nitidezza ai diaframmi più aperti soprattutto negli obiettivi macro o nei grandangoli per foto paesaggistiche perchè si scatterà comunque sempre a diaframmi più chiusi per avere maggiore profondità di campo, mentre è importante avere ottima nitidezza anche ai diaframmi più aperti sui supertele e in genere negli obiettivi che per motivi di sfuocato o di luce verranno usati spesso alla loro apertura massima.

 

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Stabilizzazione negli obiettivi

Come si è precedentemente spiegato a proposito delle fotocamere, molti obiettivi sono dotati di stabilizzazione dell'immagine. Le varie case produttrici usano sigle diverse per indicare la stabilizzazione, per esempio in Canon si chiama IS (Image Stabilization) e in Nikon si chiama VR (Vibration Reduction).

In genere la stabilizzazione, se attivata con l'apposito pulsante sull'obiettivo, parte insieme all'autofocus, dunque premendo a metà corsa il pulsante di scatto o, se avete personalizzato i tasti, quando schiacciate il tasto AF-On.

Per le foto d'azione la stabilizzazione può essere utile, ma non lo è sempre: come si è già detto intanto lo stabilizzatore riduce le vibrazioni del fotografo consentendo di lavorare con tempi più lenti ma con soggetti veloci nella foto d'azione sarà comunque necessario operare con tempi veloci per congelare l'azione; inoltre lo stabilizzatore rallenta le prestazioni dell'autofocus che diventa più lento e in generale rallenta anche la reattività della fotocamera perchè prima di scattare lo stabilizzatore deve entrare in funzione il che richiede da qualche centesimo a qualche decimo di secondo; in molte situazioni per esempio nella foto di uccelli in volo preferisco spegnere lo stabilizzatore per avere maggiore reattività anche perchè in questo tipo di foto si scatta con tempi che vanno da 1/1000 a 1/2000 che danno la sicurezza di non avere foto mosse; in alcune situazioni di foto d'azione però preferisco lasciare lo stabilizzatore acceso perchè mi consente di vedere l'immagine più ferma sul mirino e quindi mi consente di seguire meglio un soggetto in movimento veloce senza perderlo, cosa che risulta più difficoltosa con lunghi tele e lo stabilizzatore spento quando si scatta a mano libera; in questo caso tengo il pulsante di scatto a metà corsa per avere sempre una immagine stabilizzata anche quando non sto scattando, sia per avere maggiore possibilità di seguire bene la scena senza tremolio sia per fare in modo che la fotocamera sia sempre pronta allo scatto.

Ultima nota: si dice che tenere lo stabilizzatore attivo quando si usa la fotocamera su treppiedi sia inutile o addirittura si possa avere un calo della qualità d'immagine; questo non è vero con gli obiettivi moderni, forse i vecchi obiettivi precedenti al 2000 si potrebbe avere un calo di qualità usando lo stabilizzatore su treppiedi. Alcuni obiettivi moderni inoltre hanno la capacità di riconoscere se si sta scattando su treppiedi e attivano una particolare modalità di stabilizzazione progettata appositamente. Apparentemente la stabilizzazione quando si scatta su treppiedi può sembrare inutile ma soprattutto con superteleobiettivi come i 500, 600 e 800 mm essa aiuta a ridurre anche le microvibrazioni provocate dallo scatto stesso.

Quando si fanno riprese video la stabilizzazione aiuta a ridurre le vibrazioni se si filma a mano libera ma non fa miracoli; con i video è quindi in ogni caso necessario usare sempre un treppiedi per ottenere filmati stabili; se però si usano dei superteleobiettivi per fare video la stabilizzazione anche su treppiedi è di grande utilità perchè elimina le microvibrazioni.

Modalità di stabilizzazione: La maggioranza degli obiettivi hanno almeno 2 modalità per impostare il tipo di stabilizzazione. La modalità 1 generalmente è la stabilizzazione completa, su due assi (orizzontale e verticale) e dovrebbe essere la modalità da usare nella maggior parte delle situazioni, soprattutto se si scatta a mano libera. La modalità 2 invece stabilizza solo nell'asse verticale ma non su quello orizzontale e questo risulta fondamentale quando si vogliono realizzare dei panning (orizzontali ovviamente) oppure durante le scene d'azione in cui è necessario seguire orizzontalmente un soggetto in volo o in corsa; questo perchè seguendo un soggetto lo stabilizzatore cerca di bilanciare il movimento spostando l'immagine della direzione opposta e provocando così una riduzione di nitidezza.

   

 

Autofocus e motori di autofocus

Negli obiettivi si distinguono due tipologie principali di autofocus in base al motore che serve a muovere le lenti per la messa a fuoco automatica: il motore tradizionale e quello ultrasonico (indicato come USM). Il primo è solitamente usato negli obiettivi di fascia più economica ed è piuttosto lento oltre che rumoroso mentre il motore ultrasonico ha prestazioni superiori sia in termini di velocità che di reattività oltre che essere più silenzioso. Gli obiettivi con motore ultrasonico hanno, oltre alla velocità e silenziosità, altri piccoli vantaggi: la messa a fuoco è interna, i movimenti delle lenti non si estendono all'esterno dell'obiettivo ma  avvengono all'interno e inoltre è possibile intervenire a correggere manualmente il fuoco qualora sia necessario anche mentre il motore ultrasonico è in azione. I moderni obiettivi, soprattutto i tele obiettivi e i super tele hanno anche altri pulsati, vediamo a cosa servono:

-Pulsante di blocco AF: ha la stessa funzione del pulsante di blocco dell'autofocus sulla fotocamera, quando l'autofocus è impostato su AI Servo premendo questo pulsante si blocca la ricerca del fuoco. E' utile, dopo aver messo a fuoco un soggetto per impostare una composizione migliore dello scatto senza che , spostando l'inquadratura, l'autofocus vada a cercare altri soggetti da mettere a fuoco.

-Limitatore di messa a fuoco: è utilissimo soprattutto nei teleobiettivi e nei super tele; consente di scegliere tra 2, 3 o più "fasce" di distanze nelle quali l'obiettivo cercherà il fuoco, solitamente la prima fascia va dalla distanza minima di messa a fuoco dell'obiettivo a pochi metri (per esempio da 1,5 a 3 metri o da 1,8 a 6 metri), le fasce successive di distanza possono includere una fascia intermedia (per esempio da 5,5 a 16 metri) e la fascia finale invece include tutte le distanze quindi dalla distanza minima di messa a fuoco fino all'infinito.

-Focus Preset: anche questa è una funzione presente soprattutto nei tele e nei super tele obiettivi e permette di memorizzare una distanza che può essere immediatamente richiamata quando è necessario; premendo il pulsante apposito quando l'obiettivo ha messo a fuoco alla distanza che ci interessa (per esempio il punto da cui passa un uccello solitamente) questa distanza viene memorizzata; potremo usare l'obiettivo per mettere a fuoco altri soggetti ad altre distanze ma se avremo bisogno di rimettere a fuoco sul punto di passaggio che ci interessava basterà intervenire sulla ghiera Focus Preset per avere immediatamente il fuoco dove ci serve.

-Pulsante AF/MF: consente di bloccare il motore di messa a fuoco  passando da AF (AutoFocus) a MF (Manual Focus); in MF il fuoco dovrà essere impostato manualmente ruotando l'apposita ghiera per la messa a fuoco presente sull'obiettivo.

 

 

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Altre funzioni presenti sugli obiettivi

 

Ghiera dei diaframmi

E’ presente soprattutto in obiettivi vecchi (Vintage) ma può essere molto comoda in diverse situazioni, per esempio per ottenere determinati effetti fotografici (variazione del diaframma durante lo scatto). Ovviamente obiettivi con la ghiera per i diaframmi non permettono di controllare il diaframma direttamente dalla fotocamera.

 

 

Portafiltri

Solitamente si tratta di una filettatura intorno alla lente frontale dell'obiettivo che consente di avvitare dei filtri a vite (UV, ND etc.). I grossi teleobiettivi avendo una lente frontale enorme possono avere anch'essi una filettatura ma nella maggior parte dei casi hanno una sorta di "alloggio" nella parte più sottile dell'obiettivo (vicino all'attacco per la fotocamera) dove inserire i filtri che quindi saranno di dimensioni molto più piccole (ed economici).

 

Tropicalizzazione

Avere un corpo macchina tropicalizzato servirebbe a poco se non è tropicalizzato anche l'obiettivo. Molti obiettivi di fascia alta sono tropicalizzati cioè sono progettati con delle accortezze che consentono una certa resistenza a spruzzi, pioggia e polvere. Questa funzione è particolarmente utile, per ovvi motivi, nella fotografia naturalistica.

 

 

 

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