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Manuale di fotografia naturalistica: come iniziare - Fotografia naturalistica

 

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Le impostazioni per la fotografia naturalistica

Da quanto avete letto in questo manuale, le impostazioni di una fotocamera sono numerosissime, soprattutto nei modelli più moderni; è importante che il fotografo conosca tutte le impostazioni, soprattutto le più importanti, al fine di sfruttare al massimo le capacità della propria attrezzatura; per esempio non conoscere le diverse impostazioni dell'autofocus nel menù della fotocamera vuol dire perdere molte possibilità fotografiche non riuscendo a sfruttare a pieno le possibilità dei moderni sistemi di autofocus.

   

Come impostare la luce

Capire i fattori che influenzano l'esposizione (tempi, diaframma, iso) è fondamentale ma non per questo bisogna sempre impostare la macchina in manuale soprattutto in una disciplina come la fotografia naturalistica dove lo scatto può capitare all'improvviso e non si ha tempo di cambiare le impostazioni. La mia configurazione preferita è la priorità di apertura (solitamente indicata con A o Av) in cui io imposto il diaframma e gli iso e sarà la fotocamera con i suoi automatismi (esposimetro e algoritmo del software) a calcolare il tempo di scatto; in questo modo in qualsiasi situazione, anche se capitasse uno scatto all'improvviso in genere si ha sempre l'esposizione corretta, se per esempio passa un uccello in volo, bene illuminato dal sole o se esce una lepre all'ombra di un cespuglio non c'è molto rischio di sbagliare l'esposizione. Come si è detto però a volte il sistema automatico della fotocamera, anche in base al modo in cui lo abbiamo impostato (esposimetro puntiforme, media, media pesata etc.) può sbagliare, generando dunque foto leggermente sovraesposte o sottoesposte; le fotocamere attuali sono dotate di un display oltre al mirino ed è possibile impostare la visione automatica di una foto appena scattata, io imposto un tempo di visione automatica di 3 secondi; dunque quando scatto usando la priorità di apertura, cercando di non distrarmi troppo dagli scatti, guardo rapidamente le foto man mano scattate che appaiono automaticamente nel display così da capire se la fotocamera ha azzeccato l'esposizione o meno e in caso di esposizione errata intervengo usando la rotella della compensazione dell'esposizione per ottenere la luce corretta.

Come dicevamo nella modalità "priorità di apertura" dobbiamo impostare noi manualmente il diaframma e gli iso. Gli obiettivi generalmente danno il massimo di qualità a diaframmi leggermente più chiusi rispetto all'apertura massima (ma gli obiettivi più moderni e costosi generano foto nitidissime anche con l'apertura massima); dunque se sto usando un obiettivo da 300 mm F4, e se le condizioni di luce sono buone, per esempio una bella giornata di sole e cielo azzurro, imposto il diaframma a F 5/6 o anche a F8, questo non solo per ottenere la nitidezza massima ma anche per avere più profondità di campo e quindi più probabilità di azzeccare il fuoco soprattutto nella foto d'azione.

Se la luce naturale è buona e abbondante imposto anche degli iso relativamente bassi per esempio  200 o 320. Bisogna conoscere i limiti in termini di sensibilità iso della propria fotocamera così da sapere fin dove ci possiamo spingere; ciò è fondamentale allo scopo di avere sempre le impostazioni corrette senza il rischio di rovinare la foto a causa di iso troppo alti.

Ovviamente al calare della luce, quando si scatta all'alba o al tramonto questa impostazione di diaframma chiuso e iso bassi non sarà sufficiente perché costringerà la fotocamera a usare tempi molto lenti, non adatti alla fotografia naturalistica. In queste condizioni di bassa luce dunque si aumentano gradualmente gli iso fino a valori ancora gestiti perfettamente dalla fotocamera per esempio 800 iso, se ancora i tempi sono troppo lenti si procede riaprendo il diaframma e portandolo fino all'apertura massima, nel caso dell'esempio riportato sopra del 300 mm si arriva a F4; se ancora queste impostazioni non ci forniscono tempi sufficientemente veloci si torna ad alzare gli iso spingendosi verso i valori massimi per quel modello di fotocamera che stiamo utilizzando.

Quando ho bisogno di avere sfondi ben sfuocati invece lascio il diaframma alla massima apertura, chiuderlo di più vorrebbe dire avere maggiori difficoltà per ottenere sfondi con sfocatura perfetta e uniforme.   

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Raw o jpg? 

Proprio perchè la fotografia naturalistica offre spesso situazioni imprevedibili e si scatta all'improvviso, preferisco usare il Raw; in questo modo posso correggere eventuali errori nelle luci che altrimenti sul jpg sarebbero impossibili; le moderne fotocamere riescono a scattare raffiche veloci anche in Raw e le schede di memoria sono sempre più capienti rendendo inutile l'utilizzo del jpg.

 

Come impostare il Bilanciamento del bianco

Un altro dei vantaggi del Raw è la possibilità di gestire il bilanciamento del bianco dopo avere scattato la foto, durante lo sviluppo, in questo modo non ci si deve preoccupare di regolarlo manualmente tutte le volte e basta usare il bilanciamento automatico; proprio perchè nella fotografia naturalistica lo scatto avviene spesso all'improvviso, questo è un vantaggio non da poco. Ovviamente ci sono situazioni più statiche come le foto di paesaggio o macro dove si ha tutto il tempo di impostare il bilanciamento del bianco direttamente sulla fotocamera, e in questo caso è inutile usare il bilanciamento automatico.

 

Come impostare l'autofocus

Abbiamo già visto in precedenza quali sono le caratteristiche dell’autofocus sia sul corpo macchina che sugli obiettivi. L’autofocus si attiva tenendo il pulsante di scatto premuto a metà corsa, ma questo pulsante può essere personalizzato e si può quindi attivare l’autofocus da un altro pulsante per esempio da premere col pollice lasciano al pulsante di scatto solo la funzione di scatto. Quando l’autofocus di default si attiva col pulsante di scatto a metà corsa ovviamente dovete dare il tempo all’autofocus di agganciare il soggetto quindi non si deve mai scattare direttamente, si preme il pulsante di scatto fino a metà, si aspetta che l’autofocus agganci il soggetto (e questo viene segnalato solitamemte da un bip della fotocamera e anche da un cambio di colore del punto autofocus) quindi si può procedere premendo il pulsante fino in fondo per fare lo scatto.

Ai servo cioè l'autofocus continuo è l'impostazione che preferisco: in questo modo il sistema autofocus della fotocamera cerca di tenere il soggetto sempre a fuoco anche se si sta spostando cioè avvicinando o allontanando da noi, semplicemente tenendo premuto il pulsante dell'autofocus (di solito è il pulsante di scatto a metà corsa se non diversamente impostato). Quando ho bisogno di comporre l’immagine, con un soggetto fermo, utilizzo il blocco autofocus sull’obiettivo stesso, oppure personalizzando un tasto apposito della fotocamera, in posizione comoda (per esempio sul pollice).

Nella fotografia naturalistica d’azione ovviamente è fondamentale la velocità dell’autofocus. La velocità e reattività di un autofocus ovviamente variano da un modello all’altro in funzione della tecnologia maggiore o minore di cui è dotato l’obiettivo, in genere gli obiettivi più costosi e più recenti sono i più prestanti. E’ però importante chiarire che la velocità e reattività di un autofocus possono variare semplicemente anche in base ad altri fattori che dobbiamo quindi conoscere e saper controllare.

Per prima cosa i parametri impostabili dalla fotocamera sono fondamentali: i moderni corpi macchina hanno autofocus più avanzati, reattivi, precisi e sensibili ma soprattutto offrono la possibilità di impostare diversi parametri che influenzeranno gli algoritmi del software che controlla l’autofocus; di questi parametri si è già accennato nell’apposito capitolo sull’autofocus

Molte fotocamere moderne offrono già dei parametri pre-impostati per l’autofocus divisi per situazioni (“case”), sono piuttosto utili ma spesso troppo generiche per la fotografia naturalistica dunque preferisco impostare manualmente i parametri dell’autofocus come le priorità, la sensibilità etc sempre dal menù della fotocamera piuttosto che usare i “case”.

Dove si mette a fuoco: se l’animale è molto vicino si mette a fuoco sugli occhi, che sono il punto più importante; animali molto lontani non permettono questa precisione e basta puntare almeno un punto di autofocus sul corpo dell’animale.

 

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Impostare l’autofocus  per la fotografia d’azione

Nella fotografia naturalistica e in quella sportiva,  più di ogni altra tipologia di fotografia, è frequente fare foto d’azione a soggetti in movimento veloce e spesso imprevedibile, nel caso della fotografia agli animali per esempio insetti in volo, uccelli in volo, mammiferi in corsa etc. Ci sono molti parametri da considerare quando si fa questo genere di fotografia e in questo paragrafo li analizzeremo brevemente.

In linea generale per le foto d’azione, che sono poi le più difficili, le impostazioni più utili sono:

-Scatto a raffica: la più veloce consentita dalla fotocamera, in raw (solitamente indicata con “H”)

-Punti autofocus: preferisco usare il punto centrale, che di solito è più preciso e reattivo, in modalità “espansa” (se presente nella fotocamera in uso); solo raramente attivo tutti i punti autofocus per esempio negli scatti in volo contro il cielo.

-Ai-servo: come già detto consente di tenerei il soggetto sempre a fuoco, nonostante esso si sposti avvicinandosi o allontanadosi da noi

-Sensibilità di inseguimento: se viene impostata lenta l’autofocus continua a tenere agganciato il soggetto anche se un ostacolo si frappone, se impostata invece in modalità più rapida l’autofocus aggancia rapidamente qualsiasi soggetto colpisca i punti AF anche all’improvviso

-Accelerazione/Decelerazione: questa funzione regola la sensibilità di inseguimento per soggetti in movimento che possono cambiare velocità al’improvviso per esempio cambiando direzione o fermandosi; è utile tenerla al massimo.

-Auto punto AF: è bene tenere questo tipo di sensibilità elevata; in questo modo se il soggetto fa spostamenti verso l’alto o verso il basso rispetto al punto centrale (quando si usa il punto centrale espanso per es) l’autofocus cerca di agganciarlo con i punti vicini così da non perdere il fuoco sul soggetto.

-Priorità: in genere preferisco dare priorità al fuoco piuttosto che alla velocità, meglio perdere qualche foto ma averle a fuoco piuttosto che avere un AF velocissimo ma tante foto fuori fuoco; se la fotocamera consente anche di gestire la priorità tra messa a fuoco e velocità di scatto preferisco dare maggiore valore alla messa a fuoco piuttosto che alla raffica.

 

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Selettore di distanza: si trova sull’obiettivo, tutti i tele ne sono provvisti, consente di selezionare tra alcuni range di distanza e tutta l’escursione dell’obiettivo. Per le foto d’azione e quindi per avere la massima velocità dell’obiettivo bisognerebbe settare il selettore su distanze ben precise e non su tutta l’escursione focale cioè dalla distanza minima di messa a fuoco (MDF) a infinito; per esempio il 600 F4 Canon ha 3 posizioni: da 5,5 (MDF) a infinito, da 5,5 (MDF) a 16 metri e da 16 metri a infinito: per fotografare rondoni in volo, che passano molto vicini imposto il selettore sulla seconda posizione cioè da 5,5 a 16 metri anche perché un rondone fotografato a distanze superiori ai 16 metri sarebbe troppo piccolo nel fotogramma mentre per fotografare falchi pellegrini in volo preferisco impostare da 16 metri a infinito anche perché un falco pellegrino in volo sotto i 16 metri di distanza sarebbe troppo grande rispetto al fotogramma e quasi impossibile da seguire; impostando valori del selettore più ristretti l’autofocus sarà molto più veloce e reattivo perché non dovrà “esplorare” tutta l’escursione focale alla ricerca di soggetti ma solo il range di distanze da noi selezionato.

Stabilizzatore: lo stabilizzatore rallenta l’autofocus e la sua reattività. Dunque nelle foto d’azione molto spesso preferisco spegnerlo anche perché si suppone di utilizzare tempi molto veloci nell’ordine di 1/2000 o anche di più, scongiurando così i pericoli di mosso e micromosso.

Moltiplicatori: anche i moltiplicatori rallentano la velocità e reattività dell’autofocus, se possibile e i soggetti non sono troppo lontani preferisco quindi usare obiettivi lisci senza moltiplicatori per avere le maggiori prestazioni possibili dell’autofocus.  

 

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