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Aspetti etici e legali della fotografia naturalistica: uso dei flash per la fotografia notturna

 

Barbagianni, tyto alba, barn owl, Schleiereule, lechuza común, Effraie des clochers

 

Sintesi

In fotografia vagante

-Non utilizzare torce troppo potenti o usarle sempre a potenza ridotta

-Se si scatta solo con la luce della torcia senza flash, usare una potenza ridotta sfruttando gli iso della fotocamera

-Non puntare la torcia per più di 10 secondi direttamente in faccia al soggetto

-Nel caso di soggetti confidenti non esagerate con le foto, bastano 2-3 scatti senza bisogno di illuminarli decine di volte coi flash o tenergli le torce puntate addosso per troppo tempo.

-Non cercare di avvicinarsi troppo ai soggetti

-Preferire zone antropizzate e non totalmente buie di notte, dove gli animali notturni sono già abituati a luci di lampioni, case, auto.

Nei set fotografici fissi (sistemi automatici o a controllo remoto)

-Non puntare i flash frontalmente al soggetto ma posizionarli con un angolo di circa 45°

-Posizionare i flash lontano dai soggetti

-Impostare i flash a potenza ridotta ad esempio 1/4 o 1/8

-Non eseguire raffiche o scatti ripetuti in sequenza

 

Introduzione

Tante volte si è discusso con amici o nelle community online su questo aspetto: i flash e le torce usate per la fotografia notturna possono essere fonte di disturbo per la fauna? Nel seguente capitolo cercheremo di dare una risposta a queste domande, partendo prima di tutto da alcune basi scientifiche e cioè la biologia della visione negli animali.

 

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Un po' di biologia: la vista

Le specie animali adattate alla vita notturna sono quasi sempre facilmente riconoscibili perchè hanno grandi occhi con pupille molto ampie che sono quindi in grado di raccogliere molta luce in condizioni di scarsa illuminazione un po' come funziona nella fotografia (obiettivi molto luminosi hanno una grande lente frontale); pensate per esempio al Ghiro e in generale ai Gliridi, oppure ai rapaci notturni: tutte queste specie hanno bulbi oculari (che nei rapaci notturni non hanno forma sferica, ma tubolare) molto grandi proprio per amplificare le sensibilità alla luce in condizioni di buio, potendo ospitare una cornea e una retina di dimensioni maggiori; si pensi che il "bulbo oculare" di un allocco è grande quanto quello umano, nonostante la notevole differenza di dimensioni tra le due specie.

A causa delle pupille molto larghe, un po' come avviene in fotografia con diaframmi molto aperti, gli animali notturni hanno poca profondità di campo ma essi hanno anche degli adattamenti specifici per risolvere questo problema per esempio i Mammiferi notturni hanno lenti multifocale con zone concentriche a diverse lunghezze focali adatte a mettere a fuoco ciascuna a distanze diverse (molto spesso questo adattamento è collegato con pupille verticali come nei felini).

La retina dell'occhio è come un sensore fotografico e possiede due principali tipologie di cellule fotosensibili, i bastoncelli che sono sensibili alla luce e quindi adatti per la visione notturna e la percezione del movimento, e i coni che servono invece per la visione diurna e a colori. Il rapporto quantitativo tra coni e bastoncelli varia da specie a specie ed è soprattutto collegato con gli adattamenti alla vita notturna. Un classico esempio è la differenza tra un'aquila reale e un rapace notturno come un allocco: nell'aquila reale è presente un numero molto superiore di coni che permettono a questo rapace una capacità visiva diurna molto efficiente, grazie all'alta definizione che si ottiene dall'elavatissimo numero di coni un'Aquila reale ha un'acutezza visiva circa 8 volte superiore a quella dell'uomo, ed è per esempio in grado di individuare una lepre a 2 km di distanza; nella retina di un rapace notturno come l'Allocco invece si ha una concentrazione molto elevata di bastoncelli, che, come si diceva, servono a catturare la luce e sono particolarmente utili per la visione notturna; un occhio con elevato numero di bastoncelli dunque funziona come una sorta di visore notturno a intensificazione di luce, consentendo all'Allocco di vedere nel buio amplificando la poca luce ambientale quanto basta per riuscire a muoversi e volare senza sbattere.

Un altro adattamento che consente di amplificare ancora maggiormente la luce nella visione notturna è presente nell'occhio dei Mammiferi ed è il Tapetum Lucidium (Tappeto lucido): si tratta di una membrana riflettente che agisce come uno specchio, trovandosi nella parte posteriore dell'occhio e riflette la luce che è già passata attraverso la retina; questo consente alla luce che non è stata precedentemente assorbita dalle cellule fotorecettrici di essere riflessa da questa membrana e quindi creare una seconda possibilità di essere assorbita dai fotorecettori. Se questa luce non viene assorbita dopo essere stata riflessa essa viene deviata indietro verso l'esterno attraverso la pupilla, questo spiega perchè molti mammiferi sembrano avere gli occhi illuminati quando gli si punta una fonte di luce.

In presenza di luce forte i bastoncelli sono privi di rodopsina, un pigmento fotorecettore importante per la trasformazione dell'energia luminosa in segnali elettrici riconosciuti dalla corteccia occipitale del cervello; mentre i bastoncelli quindi sono inattivi, i coni sono invece responsabili della trasformazione dell'informazione luminosa in segnali elettrici. Andando da condizioni di luce forte verso il buio, l'occhio richiede un periodo di adattamento, per fare in modo che i bastoncelli si "carichino" e divengano funzionali. In natura il cambiamento da luce a buio è di solito graduale e avviene con un graduale passaggio della risposta elettrica dai coni ai bastoncelli.

Ovviamente gli occhi di tutti gli animali notturni sono perfettamente in grado di adattarsi anche alla luce diurna. Questo avviene principalmente grazie alla pupilla che, un po' come il diaframma di una fotocamera, si può allargare e restringere in base alla quantità di luce: durante le ore notturne la pupilla ha la sua massima estensione per consentire di raccogliere la massima quantità di luce possibile mentre si riduce durante le ore diurne quando deve far passare meno luce.

Concentrazione di bastoncelli e coni in varie specie animali

  Uomo Gatto
Massima concentrazione dei coni (per mm²) 199.000 27.000
Massima concentrazione dei bastoncelli (per mm²) 160.000 460.000
Concentrazione dei coni alla periferia della retina (per mm²) 5.000 < 3.000
Concentrazione dei bastoncelli alla perifieria della retina (per mm²) 40.000 250.000

 

Il flash non produce danni permanenti

Il lampo di un flash non arreca alcun danno, né temporaneo né tantomeno permanente alla retina, anche ad animali molto sensibili alla luce come le specie notturne.

Una forte energia luminosa può provocare retinopatia fototossica o danneggiare permanetmente il nervo della retina, questo è stato verificato sia nell'uomo che in altri animali. Affinché però un fascio di luce possa provocare questo tipo di danni esso deve essere molto forte, concentrato e deve essere puntato sulla retina per un periodo di tempo piuttosto lungo; ad esempio un Laser può provocare questo tipo di danno anche con durate molto brevi perché esso è una fonte di luce altamente focalizzata e puntiforme. I Laser, per esempio, sono, per definizione, una luce estremamente concentrata e infatti se puntati sulla retina possono facilmente provocare danni. Dunque quando si parla di danni alla retina si deve considerare sia l’intensità del fascio luminoso sia la sua concentrazione.

I flash usati in fotografia producono un lampo di luce di durata brevissima, solo una piccolissima frazione di secondo, (un flash con numero guida 58 a ¼ di potenza produce ad esempio un lampo della durata di 1/25600 di secondo, cioè di 40 microsecondi) e in genere essi vengono usati ad una certa distanza dai soggetti, generalmente tra i 2-3 e i 20 metri di distanza e non posti direttamente a pochi cm dalla loro retina. La legge del quadrato che si applica all'intensità della luce indica che essa diminusice in proporzione al quadrato della distanza dalla sua fonte quindi al raddoppio della distanza tra la fonte di luce e il soggetto, l'intensità di luce è solo di 1/4. Si consideri inoltre che in medicina per decenni sono stati usati dei test per studiare la funzionalità o verificare la presenza di malattie alla retina e tali test erano basati sull'uso di una luce puntata a pochi centimetri dalla cornea ; questa luce è molto potente ma non focalizzata su un preciso punto della retina e non si è mai verificato un danneggiamento permanente della retina in tutti questi decenni. Inoltre la luce di un lampo di flash non è concentrata, il lampo di un flash ha infatti un angolo di campo molto largo (corrispondente all’angolo di campo di un 24 mm fino a quello di un 200 mm); 

Il fatto che i flash non arrechino danni permanenti alla vista è anche dimostrato dal fatto che essi non vengono accompagnati da avvisi di pericolo come accade per i Laser, questo perché i flash anche molto potenti producono una luce diffusa e non focalizzata come quella di un Laser; infatti in fotografia umana (matrimoni, teatri etc) vengono comunemente utilizzati senza arrecare danni o disturbo alle persone.

  

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Capriolo, capreolus capreolus, roe deer, Reh, corzo, chevreuil.

 

Effetti del flash

La reazione di un animale a un lampo di flash può essere molto variabile e dipende sia dalla specie che dal soggetto ma anche dalla circostanza; è indubbio che alcuni soggetti possono fuggire al primo lampo di flash, mentre altri continuano nella loro attività o comunque rimangono tranquilli anche dopo numerosi lampi di flash. In ogni caso, la semplice fuga dell'animale non è da considerarsi un disturbo nè tanto meno un danno.  Gli occhi degli animali notturni pur essendo molto sensibili alla luce hanno, come si è già detto, degli adattamenti anche alla luce forte come la luce diurna o i lampi di un temporale o i fari abbaglianti delle macchine ad esempio grazie alla pupilla che allargandosi o restringendosi può adattarsi alla quantità di luce ambiente. Nella maggioranza dei casi un forte lampo di luce, naturale o artificiale, può provocare una riduzione temporanea dell'acutezza visiva, soprattutto se si scatta nel buio più totale; mentre sicuramente un lampo di luce non produce alcun danno permanente. Si consideri che quando si fa fotografia notturna si ha comunque bisogno di usare una torcia non solo per individuare i soggetti ma anche per inquadrarli e metterli a fuoco; quando si scatta col flash dunque l'occhio del soggetto è già abituato ad una fonte di luce in questo caso infatti i suoi occhi stanno usando i coni e non i bastoncelli e le pupille si sono sufficientemente ristrette, in questo modo il lampo brevissimo del flash non provoca alcuna reazione particolare. Se invece si scatta nel buio più completo e magari si fanno molti scatti consecutivi quindi l'animale riceve decine di flashate in poco tempo, si può avere una riduzione dell'acutezza visiva che può durare dai 5 ai 20 minuti e l'animale potrà impiegare anche un'ora successivamente per ritornare ad avere la massima acutezza visiva notturna (questo è il tempo necessario che impiegano i bastoncelli per riattivare la loro funzione di sensibilità alla luce). La rigenerazione della funzionalità dei bastoncelli non è lineare col tempo, gli animali e gli uccelli in particolare probabilmente recuperano circa il 50% della funzionalità visiva entro i primi 5 minuti e il 75% nei successivi 5 minuti (Olivero and Cohen,  2004). Dunque ciò che può creare problemi non è la luce forte in se, sia essa una potente torcia a led o un flash, ma il passaggio da buio a luce e viceversa e solo nel caso in cui la luce, da torcia o da flash, sia continua nel tempo (svariati minuti) e diretta sugli occhi; questo in natura non accade quasi mai perché nella maggior parte delle situazioni gli animali fuggono già ai primi scatti e, quando capita un animale particolarmente confidente (spesso succede con succiacapre, gufo comune, Assiolo, ad es) il soggetto non avrà sempre gli occhi sulla direzione del fascio di luce o del flash, ma si gira, guarda anche da altre parti.

In letteratura scientifica esistono pochi studi mirati sull’effetto dell’uso del flash sugli animali; uno studio sugli effetti della fotografia su una specie di lucertola delle Indie occidentali (Anolis cristatellus) ha dimostrato che questi animali sono più sensibili al rumore dello scatto che al lampo dei flash che non vengono minimamente percepiti (Huang et Al., 2010); un altro studio ha verificato l’effetto della fotografia subacquea su una specie di Cavalluccio marino concludendo che l’uso del flash sott’acqua è una tecnica non ivasiva e utilizzabile senza rischiare di disturbare o infastidire i soggetti, che hanno dimostrato di non reagire per niente ai lampi dei flash subacquei (Harasti & Gladstone, 2013).

In una intervista a proposito degli eventuali danni da flash alla fauna selvatica il Prof J. D. Pettigrew (FRS, Professor of Phisiology and Director of Vision Touch and Hearing Research Centre, University of Queensland, Australia) ha evidenziato quanto segue:

Non ci sono articoli scientifici che evidenziano danni provocati dalla luce sui Vertebrati mentre negli Invertebrati sono documentati casi in cui i fotorecettori sono degenerati completamente quando sono stati esposti a luce forte.

La retina degli uccelli può tollerare benissimo il sole, anche nei rapaci notturni soprattutto quelli a iride chiara come la civetta, l'assiolo e il gufo comune (si pensi per esempio anche agli assioli che sono migratori verso l'Africa).

Durante ricerche effettuate sul campo dal professore, che prevedevano l'uso di fari da 50 e da 100 w per individuare uccelli notturni non sono mai stati notati problemi particolari nel comportamento degli uccelli anche dopo essere stati catturati.

Se l’animale è già illuminato da una torcia, il lampo di un flash non viene praticamente percepito perché la pupilla si trova già ristretta per adattarsi alla luce della torcia; mentre un lampo flash nel buio più assoluto può avere un effetto negativo, può infatti provocare una leggera riduzione della vista per pochi decimi di secondo o anche per qualche secondo, in funzione della potenza del lampo, distanza, ripetizione e anche in funzione dalla specie considerata cioè della sua maggiore o minore sensibilità alla luce.

Solitamente i set fotografici a controllo remoto o quelli automatici (dove la fotocamera scatta grazie a un sensore di movimento) operano nel buio assoluto; in questi casi dunque il lampo flash può dare dei problemi? Se il set è impostato in maniera corretta, anche in questo caso, la luce flash non ha effetti collaterali, l’importante è rispettare queste regole fondamentali:

1) Impostare una potenza ridotta nei flash (da 1/8 a 1/32) magari spingendo di più sugli iso della fotocamera, considerato il fatto che le moderne fotocamere hanno una resa ad alti iso enormemente migliorata

2) Non piazzare i flash frontalmente sul soggetto così da evitare i lampi di flash diretti in faccia, ma posizionare 2 flash angolati a 45° al posto di un flash frontale (questo migliorerà anche la luce nelle foto)

3) Tenere i flash a distanza dai soggetti, almeno 1-2 metri (soprattutto i flash a 45°) ancora meglio se 3-4 metri.

4) Non eseguire scatti ripetuti ma impostare la fotocamera per realizzare uno scatto singolo.

Con questi accorgimenti l’effetto del lampo del o dei flash sui soggetti notturni è praticamente nullo e questo è dimostrato dai dati sul campo. Se, per esempio, si fotografa un allocco in volo usando un sistema automatizzato con barriera IR e dunque operando nel buio più completo e si rispettano le regole citate in precedenza, il lampo di luce che colpisce l'animale non è sufficiente a ridurre le sue capacità visive a tal punto da provocare problemi dovuti alla perdita momentanea della vista; essendo il lampo di luce molto breve, singolo, a bassa potenza, da flash angolati e a distanza, la riduzione di funzionalità dei bastoncelli sarà minima e il rapace notturno è in grado di vedere perfettamente dove sta volando già nei centesimi di secondo successivi al lampo. E' provato sul campo che in questo tipo di set fotografici per rapaci notturni in arrivo in volo al nido, i soggetti non hanno mai avuto problemi a centrare perfettamente l’entrata del nido (solitamente un foro di 10-12 cm di diametro nel caso dell’Allocco o di 6 cm nel caso dell’Assiolo) e  continuano a cacciare e tornare con nuove prede poco dopo, indicando appunto che l’uso di flash correttamente impostati e posizionati non arreca alcun problema o disturbo. Si consideri inoltre che i Rapaci notturni usano un senso molto più importante per cacciare, che è l’udito.

Ben diverso è il caso della fotografia notturna vagante, in cui il soggetto può essere abbagliato per tempi più lunghi, ad esempio da una torcia molto potente o a breve distanza e/o con continui lampi di flash emessi frontalmente; in questo caso affinché la sua visione notturna possa tornare al massimo delle capacità, come si è detto prima, possono essere necessari da svariati secondi a svariati minuti e per questo è necessario rispettare delle regole fondamentali:

1) Non puntare luci fisse per troppo tempo sugli animali

2) Non usare torce troppo potenti

3) Non illuminare i soggetti da breve distanza

4) Non sparare decine e decine di lampi di flash in breve tempo.

Nei Chirotteri il disturbo da flash è ancora più ridotto; questi Mammiferi hanno infatti occhi molto piccoli con scarsa sensibilità per la luce e per muoversi nel buio e cacciare usano un altro senso “speciale”, il loro sonar. Questo non vuol però dire che si possano montare set fotografici in ogni situazione nel caso dei Chirotteri; la maggior fonte di disturbo nelle foto di chirotteri di notte è il disturbo arrecato dal montaggio del set fotografico e dalla presenza dello stesso set fotografico all'uscita dei rifugi e, ancora peggio, la presenza di elementi che restringono all'improvviso l'area in corrispondenza dell'uscita del rifugio.

 

Ferro di cavallo maggiore, horseshoe bat, Große Hufeisennase, murciélago grande de herradura, Grand rhinolophe fer a cheval

 

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Approfondimenti:

Flash Photography and the Visual System of Birds and Animals

Does Flash Photography Harm Animals? 

Photographing Nocturnal Animals 

 

Regole generali per non arrecare disturbo agli animali notturni col flash:

 

Bisogna differenziare due situazioni ben precise:

-fotografia vagante dove si usa una torcia per cercare/mettere a fuoco i soggetti

-fototrappolaggio o fotografia remota, in questo caso si usano solo i flash senza l’uso di torce o led a luce fissa.

 

Fotografia vagante

In questo tipo di fotografia è soprattutto il fascio a luce continua della torcia che può disturbare e abbagliare temporaneamente i soggetti; il flash sarà quasi sempre montato sulla fotocamera, dunque nella maggior parte delle situazioni non sarà possibile distanziare i flash e posizionarli in modo angolato verso il soggetto, come si può invece fare nei set fotografici fissi.

-Non usare torce troppo potenti: l'ideale è l'uso di torce a potenza variabile così da poterne regolare l'intensità luminosa in base alla distanza del soggetto.

-Non puntare la torcia per più di 10 secondi direttamente in faccia al soggetto, tenetela solo pochi secondi, giusto il tempo di mettere a fuoco e scattare. Non è necessario spegnere la torcia dopo aver scattato la prima foto ma basta muoverla lateralmente così da continuare a tenere il rapace illuminato, ma senza infastidirlo con il fascio di luce diretto.

-Le fotocamere moderne permettono di alzare ulteriormente la sensibilità iso rispetto a come si faceva per esempio 10 anni, impostare iso alti vuol dire poter abbassare ulteriormente la potenza dei flash (fino a 1/16 e anche 1/32) mantenendo una esposizione corretta e senza riscontrare disturbo nelle foto.

-Non cercare di avvicinarsi troppo al soggetto, non solo si rischia di spaventarlo ma se proporzionalmente all’avvicinamento non si abbassa la potenza del flash si rischia di disturbarlo troppo con lampi eccessivamente potenti.

-Preferire come zone per la fotografia notturna dei posti dove c'è già una illuminazione ambientale (lampioni, luci delle case, luci stradali, automobili etc) e/o sfruttare le notti di luna piena. In questo modo si avrà a che fare con animali già parzialmente abituati ad una certa luce ambiente.

-La cosa veramente importante è usare il flash con cautela e discrezione, inutile sparare 50 lampi al soggetto, ma pochi scatti sono più che sufficienti. A volte capita di incontrare animali notturni molto confidenti (succiacapre, gufi comuni ma anche barbagianni etc) e si potrebbe stare delle ore a flasharli, ma in questo caso si rischia un forte disturbo e quindi anche legalmente punibile! anche con un animale confidente una volta fatte le 2-3 foto che vi servono spegnete tutto e spostatevi lasciandolo tranquillo.

-Meglio evitare di scattare in più persone perchè il numero di lampi che riceverà il soggetto verrà duplicato o triplicato. In questi casi ridurre il numero di scatti per persona.

-Il disturbo maggiore è dato dalla torcia che si usa per illuminare i soggetti; scattare solo con la luce della torcia non è un modo per ridurre il disturbo da flash anzi produce l’effetto opposto, quindi ricordarsi sempre di non puntare la torcia sui soggetti per tempi troppo lunghi.


Fotografia automatica (fototrappolaggio) e fotografia remota

In questo caso non ci sono luci "pilota" e l'animale può essere colpito da un lampo di flash all'improvviso, nel buio più assoluto

-Impostare i flash a potenze molto basse (da 1/8 a 1/32), sfruttando anche la maggiore sensibilità Iso delle moderne fotocamere. Usare i flash a postenza ridotta inoltre, quando si fa fotografia ad alta velocità (Hi-Speed) ad esempio per rapaci notturni o chirotteri in volo,  è fondamentale per “congelare” perfettamente il soggetto.

-Posizionare i flash lontani dai soggetti (almeno 1-2 metri)

-Non posizionare mai o flash frontalmente al soggetto; questo non solo riduce gli effetti dei falsh sugli occhi ma migliora anche la qualità della luce nella foto. In genere si piazzano due flash a 45° invece che un flash frontale, se poi si vuole rendere la luce ancora più bella si può posizionare un flash dall’alto e uno dal basso (questi ultimi verranno mimimante percepiti proprio a causa della loro posizione)

-Non eseguire scatti ripetuti ma impostare la fotocamera per realizzare uno scatto singolo

-Se si vuole usare la tecnica strobo, illuminare (e inquadrare) i soggetti lateralmente e non frontalmente, anche perché, frontalmente non si avrebbe possibilità di avere il fuoco su ogni esposizione del soggetto. 

 

Bibliografia

 
Harasti D, Gladstone W. Does underwater flash photography affect the behaviour, movement and site 
persistence of seahorses? J Fish Biol. 2013 Nov;83(5):1344-53. doi: 10.1111/jfb.12237. 

Olivero D., Cohen D. 2004. Flash Photography and the Visual System of Birds and Animals. NatureScapes.net (http://www.naturescapes.net/articles/health/flash-photography-and-the-visual-system-of-birds-and-animals/)

Rydell, J., Russo,  D. 2015. Photography as a low-impact method to survey bats. Mammal. Biol. 80(3): 182-184. http://www.fladdermus.net/wp-content/uploads/2018/01/Rydell-Russo.pdf

Huang B, Lubarsky K, Teng T, Blumstein DT, 2011. Take only pictures, leave only... fear? The effects of photography on the West Indian anole Anolis cristatellus. Current Zoology, 57:77-82

Neuweiler, G. 2000 The Biology of Bats. Oxford University Press

 

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