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Manuale di fotografia naturalistica

Basi della fotografia

 

 

 

Tecniche fotografiche

Nella fotografia naturalistica, che sia fotografia macro, fotografia di paesaggio o fotografia di fauna selvatica, ci sono alcune tecniche generali che consentono di creare foto gradevoli e molto attraenti, a prescindere dalla composizione e luce, che vanno gestite a parte. Come vedrete molte delle tecniche descritte, anche se non tutte, si basano su situazioni generalmente poco apprezzate dai fotografi come la luce dura, le nebbie, il controluce etc., situazioni che invece possono essere utilissime per valorizzare molto uno scatto, se ovviamente le si sanno sfruttare al meglio.

 

Il Bokeh

Prima di descrivere brevemente le varie tecniche fotografiche bisogna fare accenno a un termine che useremo spesso, il “Bokeh”; si tratta di un termine fotografico di origine giapponese, che vuol dire appunto “sfocatura”; solitamente con questo termine si intende la qualità delle aree fuori fuoco di una immagine allo scopo di rendere la foto più piacevole ed esaltare maggiormente il soggetto; usando obiettivi luminosi a tutta apertura (da F2.8 fino a F1.2 in genere) e variando la distanza tra l’obiettivo e il soggetto si possono ottenere effetti di sfocatura (bokeh, appunto) più o meno particolari e più o meno piacevoli.

 

Sfocatura uniforme degli sfondi

E’ l’esigenza primaria e principale di ogni fotografo naturalista macro o di fauna, è solitamente abbinata ai ritratti sia di fauna sia in fotografia macro. L’ottenimento di uno sfondo sfocato in modo uniforme dipende da diversi fattori: lunghezza focale, diaframma utilizzato e distanza dello sfondo. In fotografia macro si usa spesso un diaframma piuttosto chiuso e obiettivi macro intorno ai 100 mm, dunque per avere una sfocatura uniforme dello sfondo questo deve essere molto distante. Nella fotografia di fauna, utilizzando teleobiettivi o super-tele e quindi scattando dai 300-400 mm fino anche agli 840 mm se non si chiude troppo il diaframma è piuttosto facile avere la sfocatura uniforme soprattutto se il soggetto è molto vicino.

 Cutrettola, Motacilla flava, Yellow Wagtail, lavandera boyera,

 

Sfondi variegati

Gli sfondi variegati sono caratteristica tipica della foto creativa, molto usata nella fotografia macro ma che si abbina bene anche alla foto di fauna, è la tecnica principale in cui si fa uso del Bokeh di cui abbiamo accennato precedentemente. Per ottenere una buona variegatura dello sfondo, cioè un buon Bokeh,  è necessario per prima cosa individuare uno sfondo adatto ove siano presenti elementi di colori diversi, sia caldi che freddi possibilmente allo scopo di ottenere l’effetto “mille colori” solitamente questo effetto si ottiene puntando verso un campo di fiori e inserendo parzialmente anche la luce del tramonto e il cielo azzurro oppure puntando verso vegetazione autunnale. Per ottenere un effetto di variegatura è importante tenere il diaframma più o meno aperto in base alla distanza dello sfondo, se questo è molto lontano e il diaframma è troppo aperto è facile che lo sfondo abbia una sfocatura piuttosto uniforme invece che variegata. Alcuni obiettivi “vintage” come il famoso Mejer Goerlitz Trioplan 100 mm F2.8 Macro possono aiutare molto in questo scopo in quanto le loro lenti creano un effetto di sfocatura (bokeh) molto particolare così detta “a pallini”; e anche tanti vecchi obiettivi catadiottrici sono molto più efficaci nella creazione di bokeh particolari e variegati rispetto ai moderni obiettivi.

 

 Riccio, Erinaceus europaeus, herisson commun, braunbrustig,, erizo, european, hedgehog,

 

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Lo "Sfuocatone"

Con questo termine si intende un effetto di sfocatura “avvolgente” quindi non solo nello sfondo, dietro al soggetto, ma anche davanti, e a volte anche ai lati, tutto intorno al soggetto; in questo modo sembra che il soggetto sia “sospeso” nel nulla, sembra che “galleggi” sullo sfondo. Per ottenere questo tipo di sfocatura si deve avere uno sfondo uniforme come descritto in precedenza, dietro il soggetto e si deve fare in modo di avere vegetazione alla giusta distanza tra obiettivo e soggetto così da creare anche la sfocatura anteriore. Per avere uno “sfuocatone” anche intorno al soggetto per esempio si può scattare attraverso un buco in una siepe; per esempio se c’è un capriolo in un campo, potete sfruttare i cespugli e le siepi che generalmente si trovano a bordo campo per cercare un buco libero da cui poter inquadrare il capriolo, provate a posizionarvi a varie distanze dal buco col vostro teleobiettivo fino a trovare la distanza giusta che crea l’effetto sfocatura tutto intorno al soggetto. Se un soggetto è sul terreno, questo succede spesso per esempio nelle foto di fioriture, ma si applica anche a foto di animali, stiratevi completamente a terra a pancia in giù, come i soldati, scattate quindi alla stessa altezza del soggetto e sfruttate l’erba che si interpone tra il vostro obiettivo e il soggetto per  avere l’effetto sfocatura anteriore che si sommerà alla sfocatura dietro il soggetto creata dallo sfondo.

 

 Strillozzo, Miliaria calandra, corn bunting, escribano triguero,

 

Foto ambientate

A volte si scatta a un soggetto creando una foto ambientata, cioè con il soggetto relativamente piccolo rispetto al fotogramma, e non in primo piano come un ritratto, solo perché il soggetto è troppo lontano rispetto ai nostri mezzi; però questo è un tipo di foto a volte molto piacevole e utilizzo questa tecnica anche quando potrei avvicinarmi di più al soggetto o usare un supertele per fargli un ritratto. (caprioli nella neve). E’ una tecnica simile alla tecnica grandangolare che descriveremo di seguito, ma l’effetto visivo è diverso: nella foto ambientata il soggetto è piccolo ed immerso nel suo ambiente mentre nella tecnica grandangolare il soggetto è piuttosto grande rispetto al fotogramma e l’effetto grandangolare mostra l’ambiente intorno. Nella tecnica ambientata è importante rispettare la regola dei terzi molto più che in altre tecniche, il soggetto va quindi posto nel terzo destro o sinistro del fotogramma.

 falco cuculo, Falco vespertinus, red-footed_falcon, rotfussfalke,

 

Grandangolo

Oggi sono disponibili sul mercato alcuni obiettivi grandangolari con piccole distanze minime di messa a fuoco; questi obiettivi permettono quindi di avvicinarsi a soggetti anche piccoli e scattare delle foto in cui il soggetto risulta ben visibile e grande rispetto al fotogramma ma la lente grandangolare mostra anche l’ambiente in cui esso si trova; generalmente questa tecnica viene usata per fotografare invertebrati (mantidi, libellule, farfalle etc), qualche vegetale (per es funghi) e rettili e anfibi. Ma la tecnica grandangolare può essere usata anche per fotografare fauna selvatica sebbene sia molto più complesso; è infatti difficile avvicinarsi ad un uccello o mammifero a distanze tali da poter usare un grandangolo a meno che non si tratti di soggetti confidenti o in cattività. In realtà con le apposite tecniche già accennate in precedenza è possibile fotografare anche animali selvatici col grandangolo, in particolare usando la fotografia remota (telecomandi) e la fotografia automatica (fototrappolaggio).

 

 Riccio, Erinaceus europaeus, herisson commun, braunbrustig,, erizo, european, hedgehog,

 

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Panning

Quando si usano tempi lenti nel giusto equilibrio e si ha un soggetto in movimento per esempio un mammifero in corsa o un uccello in volo, è possibile scattare delle foto molto dinamiche con il così detto effetto “panning”; la regola più importante nel panning è che almeno gli occhi o meglio ancora la testa del soggetto sia perfettamente a fuoco e non mossa, mentre il resto del corpo può essere più o meno mosso dando così appunto l’idea di movimento. Questo effetto si ottiene usando appositamente tempi più lenti rispetto ai tempi di sicurezza (dunque abbassando gli iso e/o chiudendo il diaframma) e seguendo l’animale in corsa o in volo, più o meno con la stessa velocità del movimento dell’animale, così da riuscire a tenere la testa ben ferma nel fotogramma nonostante i tempi lenti, i quali però creeranno un effetto mosso sia delle parti in movimento dell’animale (ali, zampe, corpo) sia, se presente, renderanno lo sfondo “a strisce”. Poiché molti obiettivi moderni sono stabilizzati è importante disattivare lo stabilizzatore quando si usa la tecnica del panning ma per fortuna molti obiettivi hanno una apposita modalità di disattivazione dello stabilizzatore orizzontale e verticale proprio per l’effetto panning; generalmente nella modalità 1 lo stabilizzatore funziona sia sull’asse verticale che orizzontale, mentre nella modalità 2 lo stabilizzatore funziona solo sull’asse verticale dunque non cercherà di compensare i movimenti sull’asse orizzontale che è quello su chi ci muoviamo per ottenere l’effetto panning.

 Lepre, lepus europaeus, lievre, feldhase, lièvre d'Europe, European Hare

 

Silhouette e controluce

Trovarsi in posizione “sbagliata” con il sole frontale e non alle spalle, non sempre è sintomo di brutte foto; il controluce spesso serve a generare particolari effetti di immagine sia sul soggetto sia sullo sfondo o su elementi dell’ambiente intorno al soggetto che rendono l’immagine particolarmente bella. Se state usando modalità automatiche come la priorità di apertura (A o Av) la fotocamera cercherà di compensare il controluce ma per ottenere scatti piacevoli dovremo evitare questo quindi spesso, è bene sottoesporre la foto usando l’apposita rotella di compensazione dell’esposizione. I soggetti in controluce verranno completamente neri quindi in silhouette e se l’ambientazione circostante e/o lo sfondo sono particolari si possono ottenere delle foto particolarmente piacevoli, per esempio un bel tramonto, o uno specchio d’acqua in cui il controluce crea sull’acqua un effetto “a pallini”.

 aquila reale, aquila chrysatos, golden eagle,  Steinadler, águila real, Aigle royal

 

Luce puntiforme

Non sempre si deve illuminare per forza tutto il soggetto o tutto il soggetto e tutto l’ambiente, a volte è molto piacevole illuminare solo una parte del soggetto o solo il soggetto e non lo sfondo. A volte anche in luce naturale si creano situazioni simili per esempio quando si è in un bosco e la luce solare che filtra tra gli alberi crea un effetto di luci a macchie. Questa tecnica come le altre descritte in questo capitolo valorizza in modo particolare i soggetti ripresi, è un po’ come quando si usa la luce chiamata “occhio di bue” nel cinema. Se si vuole simulare artificialmente questa luce si può usare una torcia con fascio puntiforme o un flash con un apposito aggiuntivo che restringe il fascio di luce, ovviamente lavorando in condizioni di buio o di scarsa illuminazione.

 

falco pellegrino, falco peregrinus,  brookei , peregrine falcon, Wanderfalke, halcón peregrino, Faucon pèlerin, 

 

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Le nebbie e la monocromia

Sebbene la nebbia a volte sembri una condizione non adatta alla fotografia, in realtà essa può creare a volte condizioni di luce molto particolari e piacevoli soprattutto nella foto di paesaggio ma anche la fotografia di animali può giovare molto di questo tipo di situazione. A volte si può simulare in parte l’effetto nebbia semplicemente alitando sull’obiettivo. L’effetto monocromatico si può ottenere anche in altre condizioni più rare come con la neve o in acqua.

 Capriolo, capreolus capreolus, roe deer, Reh, corzo, chevreuil.

 

 

Fotografia in bianco e nero (BN)

A differenza di quasi tutte le tecniche illustrate in questo capitolo, che possono essere realizzate direttamente con la fotocamera e dunque possono produrre dei file Raw originali, il bianco e nero può essere ottenuto solo successivamente in post-produzione e non è possibile ottenere file Raw direttamente in bianco e nero. In postproduzione ci sono numerose tecniche e procedure anche piuttosto complesse per trasformare una foto in bianco e nero ma non è questo il posto adatto per descriverle. Come per altre tecniche non tutti i soggetti e non tutte le situazioni si prestano ad essere trasformate in BN, per esempio è inutile trasformare in BN una foto di un colorato gruccione o di un martin pescatore. Soggetti adatti sono proprio quelli che hanno già una colorazione con bianchi e neri ad esempio una Zebra, un Cavaliere d’Italia o un’Avocetta oppure sono adatti al BN soggetti in condizione di luce particolare (per esempio un cielo grigio, o bianco) e ripresi in silhouette.

 storno, sturnus vulgaris, common starling, Star, estornino pinto, étourneau sansonnet

 

 

High-Key e Low-Key

Una foto molto chiara (High-Key, tono alto) che può sembrare sovraesposta o una foto molto scura e buia (Low-Key, tono basso) che può sembrare sottoesposta non sono degli errori ma sono frutto di apposite tecniche che possono valorizzare molto certi soggetti e ambientazioni.

Le immagini in High-Key sono particolarmente chiare e hanno il bianco come colore predominante o comunque colori chiari (la loro gamma tonale è sbilanciata verso le alte luci) e manca completamente, o quasi, il contrasto, le ombre sono quasi assenti; dunque bisogna fare molta attenzione alla luce che deve essere molto diffusa (per esempio cielo nuvoloso uniforme, o nebbioso) oppure proveniente da varie direzioni, cosa ottenibile con le luci artificiali. Sebbene manchi il contrasto devono però essere presenti dei toni scuri che rendano riconoscibile il soggetto.

Le immagini in Low-Key invece hanno come colori dominanti i toni scuri (bassi) e la loro gamma tonale è sbilanciata verso le basse luci, come per l’High-Key, ma all’inverso, devono però essere presenti anche dei toni chiari che rendano riconoscibile il soggetto.

Per ottenere questi effetti non si deve lavorare sovraesponendo o sottoesponendo semplicemente lo scatto ma bisogna sfruttare particolari soggetti, adatti all’una o all’altra tecnica e in particolari situazioni. Possiamo applicare ad esempio la tecnica High-Key quando abbiamo un soggetto bianco o chiaro, anche con parti scure però, su un ambiente anch’esso chiaro e uniforme per esempio una pernice delle nevi sulla neve; all’inverso possiamo usare la tecnica Low-Key nella fotografia notturna con soggetti di colore scuro, in questo caso le luci vanno poste sul soggetto in modo tale da creare dei contrasti, senza che si illumini lo sfondo che deve rimanere molto scuro o nero.

 

 Mestolone, Anas clypeata, northern shoveler, cuchara comun, Löffelente canard souchet

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Forti contrasti

La luce “dura” che crea molti contrasti (per esempio sole alto in cielo, nelle ore centrali della giornata, soprattutto nel periodo estivo) o la luce “a macchie” per esempio dentro un bosco, solitamente non è gradita dai fotografi ma, se saputa sfruttare, può creare degli effetti che rendono le foto particolarmente gradevoli. Effetto simile si può ottenere anche con la luce artificiale, sia fissa (torcia o pannelli led) sia flash, ponendo la fonte luminosa dall’alto o solo da un lato del soggetto così da creare un forte contrasto (mezzo soggetto illuminato e mezzo al buio).

Gufo comune, asio otus, long eared owl, Waldohreule, búho chico, Hibou moyen-duc,

  

In compagnia degli astri (Sole, Luna, Stelle)

Fotografare dei soggetti facendo in modo che nella foto compaiano anche il sole o la luna o le stelle è un’altra tecnica che rende le foto particolarmente piacevoli; il sole o la luna possono essere a fuoco se la situazione lo consente o fuori fuoco, possono essere nel fotogramma vicini al soggetto oppure si può inquadrare il soggetto usando come sfondo proprio il sole o la luna. La cosa difficile è, come facile immaginare, riuscire a inquadrare il soggetto insieme a luna o sole, soprattutto se si parla di fauna selvatica, mentre nella fotografia macro è tutto più facile. Un’altra situazione in cui si possono sfruttare gli astri è quella delle foto con il cielo stellato; anche in questo caso con soggetti macro o statici come fioriture o funghi è tutto più facile mentre riuscire a fotografare un animale, che sia mammifero o uccello, con un cielo stellato dietro è un’operazione molto più complessa. Come si è già detto nelle foto di paesaggio, infatti, per fare in modo di catturare la luce stellare sul sensore è necessario usare diaframmi aperti, iso piuttosto alti e tempi lunghi, nell’ordine dei 5-10-15 secondi o anche di più; con tempi così lunghi il soggetto potrebbe venire mosso ma ci viene in aiuto il flash, considerando che comunque per fotografare un cielo stellato si opera di notte infatti, la luce flash ben dosata congela il soggetto che dunque anche se si muove durante il tempo di esposizione rimarrà ben “congelato” nel sensore grazie al breve lampo del flash; tutta la difficoltà dunque risiede nel fatto di riuscire a trovare soggetti da fotografare con un grandangolo e dunque a distanze piuttosto brevi in piena notte ma per questo ci vengono in aiuto alcune tecniche descritte prima come la fotografia remota (in questo caso notturna) e la fotografia automatica (fototrappolaggio).

 Capriolo, capreolus capreolus, roe deer, Reh, corzo, chevreuil.

 

 

Strobo

La tecnica stroboscopica viene usata solo di notte o in condizioni di scarsa luminosità e solo usando luce flash; la funzione “strobo” infatti è presente nei flash, anche se non in tutti i modelli. In questa modalità il flash emette una serie di lampi ripetuti programmabili: possiamo infatti impostare la potenza dei lampi (1/1 o ½, o ¼ e così via), il numero di lampi e la loro frequenza per esempio 2 lampi al secondo, 3 lampi al secondo o 4 lampi al secondo e così via. Impostando sulla fotocamera un tempo di scatto lento per esempio 1 secondo e impostando adeguatamente la funzione strobo nel flash, per esempio con una frequenza di 5 lampi al secondo (5 Hz) potremo avere come effetto che una volta premuto il pulsante di scatto, si apre l’otturatore e il flash esegue 5 lampi; se per esempio stiamo fotografando un rapace notturno in volo lungo un percorso i 5 lampi imprimeranno 5 volte il soggetto sullo scatto, avremo dunque una singola foto (anche in Raw) con il soggetto 5 volte in 5 pose diverse durante il suo tragitto di volo.

 Raganella italiana, Hyla intermedia, Italian tree frog, Italienischer, Laubfrosch,  ranita italiana

 

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Seconda tendina

Quando si imposta il flash per lavorare in seconda tendina vuol dire che il flash emetterà il lampo poco prima che l’otturatore si chiuda e non all’inizio quando l’otturatore si apre (prima tendina). Dunque, se si lavora al buio o in condizioni di scarsa luminosità (ma si può fare anche di giorno utilizzando tecniche particolari come i filtri ND) è possibile creare una sorta di “effetto scia” dietro un animale per esempio un Mammifero che corre o un Uccello in volo, proprio sfruttando la seconda tendina; per fare questo ci deve comunque essere un po’ di luce ambiente, la scena non deve essere completamente buia altrimenti non rimarrebbe impressa la scia, si imposta il flash in seconda tendina e un tempo di scatto piuttosto lungo per esempio un secondo; quando si scatta, per esempio ad un barbagianni in volo al crepuscolo, dunque, si apre l’otturatore, il sensore inizia a registrare l’immagine ma a causa del tempo lento e del soggetto in volo questo non viene impresso in maniera nitida ma sarà mosso, anzi molto mosso, a tal punto da creare una sorta di “scia” appunto, una volta che si sta arrivando al termine dell’esposizione, poco prima che l’otturatore si chiuda, scatta il flash, che invece congelerà il barbagianni sul sensore; l’effetto finale che si ottiene sarà un barbagianni in volo con una scia dietro creata appunto grazie allo scatto in seconda tendina.

 Barbagianni, tyto alba, barn owl, Schleiereule, lechuza común, Effraie des clochers

 

Unione di più scatti

Fino a qualche anno fa l’unione di più scatti si poteva ottenere solo al computer, dunque in post produzione mentre oggi moltissime fotocamere offrono la possibilità di scattare foto multiple direttamente in camera, sovrapponendole o affiancandole e generando un file raw come formato finale dunque foto che possono essere utilizzate anche per i concorsi fotografici. Le foto ottenibili con scatti multipli sovrapposti consentono di ottenere effetti altrimenti difficilissimi o impossibili da ottenere su un singolo scatto; in altri casi la sovrapposizione di scatti in camera semplicemente facilita le cose: per esempio fotografare un barbagianni con la luna richiede molta fortuna o particolare bravura e costanza, mentre con uno scatto multiplo in camera è tutto più semplice, basta fotografare prima la luna tenere la foto in memoria e utilizzarla appena si ha la possibilità di fotografare un barbagianni. La doppia esposizione in camera aiuta anche ad ottenere particolari effetti di sfocatura, fotografando prima lo sfondo, e poi, separatamente il soggetto.

 

 macro anemone fotografia macro fioriture invernali anemone epatica

 

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Bio-Eco-Etologia

In questo caso come nella tecnica successiva, il risultato ottenuto non sarà per forza piacevole alla vista, come succede invece con le tecniche descritte in precedenza; ciò che dà valore alla foto nella tecnica bio-eco-etologica non è una particolare luce o un particolare effetto di sfocatura ma il comportamento, la documentazione scientifica contenuta nello scatto. Per realizzare scatti di alto valore in termini di documentazione bio-eco-etologica è necessaria intanto una grande preparazione scientifica sulla o sulle specie che si vogliono fotografare, bisogna appunto conoscerne a fondo la vita e i segreti e ogni aspetto della loro biologia, ecologia ed etologia e poi è necessario dedicare moltissimo tempo al lavoro sul campo perché, a parte alcune situazioni fortunate che possono sempre capitare, riuscire a documentare certi comportamenti o interazioni o aspetti biologici della vita di una specie è molto difficile e solo la costanza può aiutare.

 pipistrello caccia falena, chirottero in caccia, bat hunting moth, ferro di cavallo minore, Rhinolophus hipposideros, lesser horseshoe bat, murciélago pequeño de herradura, Kleine Hufeisennase, Petit rhinolophe fer à cheval

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Conservation Photography

Come per la tecnica precedente, anche in questo caso, l’obiettivo non è per forza quello di realizzare una foto particolarmente bella e attraente, ma una foto che colpisce e aiuta la sensibilizzazione del vasto pubblico verso tematiche di conservazione della natura e dell’ambiente. Ultimamente i concorsi fotografici stanno dando molta importanza a questa tipologia di foto anche perché la Terra ha veramente bisogno di una svolta, se continuiamo così la specie umana distruggerà completamente l’ambiente in cui vive entro pochi decenni. La foto di un lupo morto investito per strada è sicuramente tragica e colpisce il pubblico che magari ragiona un attimo su quanto può essere pericoloso andare forte in auto sulle strade di collina e così la foto di un rinoceronte massacrato dai bracconieri per prelevarne il corno o di animali tenuti in cattività per il commercio illegale, sono tutte foto importanti per la sensibilizzazione a scopo di conservazione.

 Lupo appenninico, Canis lupus italicus, appennine wolf, eurasian wolf, lobo europeo, lobo comun, Loup gris commun,

 

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