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Manuale di fotografia naturalistica

Basi della fotografia

 

Il tempo di scatto

Il tempo di scatto è determinato dalla velocità con cui l'otturatore si muove e influenza la quantità di luce che entra nel sensore. Se si desidera più luce si usano tempi più lenti mentre se si desidera meno luce si usano tempi più veloci. Un tempo lento però può provocare il mosso, dunque quando si ha bisogno di molta luce non ci si può spingere oltre certi tempi altrimenti si rischia di avere foto mosse.

 

Il tempo di scatto viene espresso nelle fotocamere in modi diversi ed è bene chiarirli per evitare degli errori:

- Tempi lunghi da 1 secondo a 30 secondi: vengono indicati come valori numerici seguiti da due apostrofi per esempio 1'' è un secondo, 5'' sono cinque secondi, 15'' sono quindici secondi

-Tempi sotto il secondo fino a 1/100 di secondo vengono indicati come frazione con il simbolo / quindi per esempio 1/2 è un mezzo di secondo, 1/5 è un quinto di secondo, 1/10 è un decimo di secondo e così via fino a 1/100

-Tempi brevi più veloci di 1/100 di secondo: sono indicati direttamente come numeri, quindi 200 indica un duecentesimo di secondo, 1000 indica un millesimo di secondo e così via

 

Tempi lenti

Servono a catturare più luce, si usano per esempio nella fotografia di paesaggi notturni, cieli stellati, aurore boreali, ovviamente tenendo la fotocamera su cavalletto. I tempi lenti sono usati anche nella foto creativa per esempio il panning. Anche nella fotografia di animali si possono usare tempi lenti in abbinamento ai flash, di notte o in ambienti bui, dove quindi sarà la luce del flash a congelare il movimento, come verrà spiegato nella sezione dedicata al fototrappolaggio e fotografia hi-speed.

Con appositi filtri (ND) è possibile usare i tempi lenti anche di giorno, così da ottenere particolari effetti ad esempio il passaggio di nuvole mosse dal vento o l'acqua di un ruscello o le onde del mare con effetto vellutato.

 

Tempi veloci

Sono usati per congelare l'azione, servono ad evitare di avere un soggetto mosso o a causa dei movimenti del fotografo stesso o a causa della velocità del soggetto. Quanto più veloce sarà il soggetto da "congelare" tanto più breve dovrà essere il tempo utilizzato; per esempio per congelare un Falco pellegrino in volo è meglio usare tempi di 1/2000 spingendosi fino a 1/1600 solo per casi particolari (per esempio con poca luce).

 

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Il Mosso e Micromosso

Bisogna distinguere due situazioni: quando il mosso è provocato dal fotografo che non riesce a tenere immobile la fotocamera e scatta con tempi lenti e quando il mosso è provocato dal soggetto che si muove troppo velocemente rispetto al tempo di scatto. Nel primo caso la tecnologia sta facendo passi da gigante con gli stabilizzatori di ultima generazione sia sugli obiettivi che sulle fotocamere; oggi è possibile scattare foto senza mosso anche con tempi di 1/30 o più lenti senza problemi. Nel secondo caso il mosso non dipenderà dal fotografo ma dalla velocità dell'animale e l'unico modo per "congelare" l'azione è tenere tempi veloci di solito alzando gli iso; anche in questo caso le fotocamere moderne hanno fatto passi da gigante permettendo foto di ottima qualità anche con iso piuttosto elevati.

Tempo di sicurezza: per evitare il mosso dovuto ai movimenti del fotografo (tremolio del braccio per esempio) esiste una semplice regola: il tempo di sicurezza per evitare il mosso sarà equivalente all'inverso della lunghezza focale utilizzata; dunque con un obiettivo da 50 mm il tempo di sicurezza sarà di 1/50 esimo di secondo mentre con un obiettivo da 300 mm sarà di 1/300 di secondo; questa regola è stata ideata quando ancora gli obiettivi non erano stabilizzati e non esistevano gli stabilizzatori nelle fotocamere; dunque le prestazioni di uno stabilizzatore si possono misurare in funzione di quanti stop in più consentono di ottenere su un dato obiettivo; se per esempio uno stabilizzatore di prima generazione consente di ottenere 1 stop di vantaggio, su un 300 mm si potranno usare tempi nell'ordine di 1/150 invece che 1/300.

 

Micromosso

Il micromosso non è altro che una versione ridotta del mosso; deriva da lievi vibrazioni della fotocamera, anche solo quelle provocate dal ribaltamento dello specchio, ed è particolarmente visibile nei sensori molto densi, cioè con molti megapixel rispetto alla superficie del sensore stesso. Anche in questo caso gli stabilizzatori degli obiettivi e/o delle fotocamera aiutano moltissimo; se non si hanno a disposizione obiettivi/corpi stabilizzati e si lavora con molti megapixel (dai 25 in su) è consigliare raddoppiare la regola del tempo di sicurezza illustrata precedentemente, quindi usare tempi che sono il doppio dell'inverso della focale in mm utilizzata: per esempio, quindi, con un 50 mm non useremo 1/50 ma 1/100 oppure con un 300 mm non useremo 1/300 come tempo di sicurezza ma 1/600.

 

Foto mossa

 

Foto con micromosso

 

Foto nitida e a fuoco

 

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