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Manuale di fotografia naturalistica

Basi della fotografia

 

Apertura del diaframma

Il diaframma regola la quantità di luce che entra attraverso l'obiettivo funzionando come l'iride dell'occhio umano; è formato da un insieme di lamelle a ventaglio che creano un foro più o meno grande in base alla loro posizione. La quantità di luce che entra attraverso il diaframma si misura attraverso un parametro chiamato "f"; i numeri f indicano appunto questa quantità di luce: tanto maggiore è il numero f tanto maggiore è la chiusura del diaframma quindi è minore la luce che entra. I numeri f hanno una progressione geometrica e tipicamente sono: f/1 - f/1,4 - f/2 - f/2,8 - f/4 - f/5,6 - f/8 - f/11 - f/16 - f/22 - f/32 etc. Tra ognuno di questi valori di f passa uno "stop"; il termine "stop" viene usato anche per altri parametri come il tempo e gli iso e lo analizzeremo successivamente.

 

 

Diaframma tutto aperto (a sinistra), a metà apertura (al centro) e tutto chiuso (a destra)

(Da https://it.wikipedia.org/wiki/File:Diaphragme_Photo.png)

 

Il diaframma dunque influenza la quantità di luce che entra nel sensore ma anche la profondità di campo. Con un diaframma aperto al massimo consentito dall'obiettivo, per es F4 avremo la massima luce possibile e la minore profondità di campo; man mano che si chiude il diaframma per es a F 8 la quantità di luce che entra è minore e la profondità di campo aumenta.

Per esempio se vogliamo massimizzare la sfocatura dello sfondo per separare al meglio il soggetto dovremo tenere il diaframma quanto più aperto possibile, compensando l'eccessiva luce in entrata con gli iso (tenuti bassi) e i tempi. Se invece vogliamo avere a fuoco uno spazio maggiore, quindi maggiore profondità di campo, ad esempio nella fotografia macro, dovremo chiudere il diaframma per esempio a F 16 compensando la minore luce che entra da un diaframma così chiuso con gli iso (alzandoli) e/o con i tempi.

 

 
Classico schema che mostra l’effetto del diaframma sulla sfocatura dello sfondo e la profondità di campo. A F 1,4 lo sfondo viene completamente sfuocato mentre a diaframmi più chiusi come F 16 o F 22 lo sfondo è via via più a fuoco.

 

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Tanto più si chiude il diaframma e tanto più aumenta un fenomeno detto "diffrazione": si tratta di un effetto ottico che limita la risoluzione della fotocamera indipendentemente dal numero di megapixel del suo sensore; la diffrazione si verifica a causa della luce che si disperde sempre di più passando da aperture (diaframma in questo caso) sempre più piccole. Chiudere troppo il diaframma dunque aumenta il rischio di diffrazione abbassando la qualità della foto. La diffrazione è un fenomeno fisico e non dipende dalla qualità di un obiettivo, è presente in tutti gli obiettivi quando si chiude troppo il diaframma. Inoltre la diffrazione è influenzata anche dalle dimensioni dei pixel del sensore utilizzato: sensori con pixel molto piccoli mostrano maggiormente gli effetti negativi della diffrazione rispetto a sensori meno densi, dunque per esempio un sensore aps-c da 24 megapixel mostrerà maggiormente gli effetti della diffrazione, a parità di diaframma impostato, rispetto ad un sensore full-frame con gli stessi megapixel.

 

Diaframma più aperto (F 2.8)

 

Diaframma più chiuso (F 5.6)

 

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